L’aumento del costo delle lavorazioni che i contoterzisti di tutta Italia hanno dovuto affrontare negli ultimi mesi, complici il prezzo dell’energia alle stelle e la riduzione della disponibilità di concimi (e il loro relativo aumento di prezzo), è stato al centro dell’ultimo Consiglio Uncai svoltosi a Cremona e a cui hanno preso parte i rappresentanti di diverse province italiane. Gli aumenti, come ribadito dalla sigla, variano in base alla tipologia di lavorazioni (leggere, medie o pesanti) e sono arrivati a toccare variazioni tra il +15% e il 20% di media, con con picchi superiori al 40% per gli essiccatoi.

Contoterzisti, nel 2023 gli aggiornamenti del tariffario

Tra i temi focali del Consiglio Uncai ci sono state proprio le tariffe delle lavorazioni agromeccaniche, destinate ad aumentare sensibilmente nel 2023, dopo la sospensione del 2022. Una nota dolente che avrà conseguenze anche sulle tasche degli agricoltori. Ma nonostante le difficoltà che hanno investito i vari comparti del settore primario, il presidente di Uncai Aproniano Tassinari ha fatto sapere che sono comunque al vaglio soluzioni per mitigarne gli effetti.

“Decideremo se scorporare il prezzo del servizio agromeccanico da quello del carburante necessario per eseguirlo oppure se ricalcolare tutti i prezzi sulla base dei nuovo costo del carburante agricolo agevolato, se questo sarà stabile almeno da sei mesi. Nel frattempo ci auguriamo che il nuovo governo prosegua la politica di tassare gli extra profitti delle aziende energetiche, anche se crediamo si tratti di soldi che l’Italia prima o poi dovrà restituire.

Tassinari, in tono lapidario, ha comunque precisato “i prezzi non torneranno più alla normalità”, ovvero ai valori prepandemici di due anni fa, a causa dell’altalena degli indici borsistici e delle mosse repentine della finanza. “Anche perché, nel frattempo, è iniziato un processo ancora più lungo e complesso, la transizione ecologica ed energetica e la messa in sicurezza delle filiere agroalimentari nazionali”.

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L’appello alle istituzioni

“Ma più che togliere, nello scenario attuale di costi energetici fuori controllo – ha proseguito Tassinari – occorre predisporre per gli imprenditori agromeccanici strumenti per rilanciare la voglia e la forza di andare avanti e investire. Strumenti per incrementare le produzioni attraverso quei macchinari innovativi che solo i contoterzisti sono in grado di usare apportando un reale beneficio alle comunità di appartenenza; strumenti per garantire cibo a un prezzo equo, per raggiungere la sovranità alimentare e la resilienza di filiera che ci libereranno dai drammatici scenari in atto sul piano economico, occupazionale, ambientale”.

“Occorre, poi, attuare una radicale semplificazione burocratica, senza paura di sconfessare qualche funzionario di Stato. Alleggerire il più possibile imprese e cittadini da oneri documentali, identificare meccanismi di sostegno rapidi e il più possibile automatici. Le imprese agromeccaniche necessitano di liquidità, per questo è necessario prevedere, per esempio, la bancabilità per i crediti d’imposta, in particolare quelli derivanti da investimenti nell’ambito delle misure transizione 4.0, ricordandosi però, nella stesura dei bandi 4.0, che anche i contoterzisti ne hanno pieno diritto. Non solo, possono beneficiare di misure dedicate specificatamente a loro”, ha concluso il presidente Tassinari.

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