Contoterzisti agricoli

“La palese discriminazione verso il comparto agromeccanico andata in scena nella recente audizione della Conferenza delle Regioni presso la Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, è sinonimo di scarsa lungimiranza e danneggia la parte più vitale dell’agricoltura italiana”. Precisa e circostanziata la replica di Cai alle esternazioni del coordinatore per l’agricoltura della Conferenza delle Regioni, Leonardo di Gioia, che nei giorni scorsi aveva bollato come non condivisibile il passaggio della proposta di legge C.982 teso ad equiparare le imprese agromeccaniche agli altri operatori del mondo agricolo.

Di Gioia aveva in sostanza affermato che equiparare gli imprenditori agromeccanici agli altri imprenditori agricoli significherebbe “legittimare attività non agricole”. “Affermazioni di questo tipo ci lasciano francamente sorpresi e amareggiati – commenta il presidente di Cai, Gianni Dalla Bernardina – in quanto mirano a frapporre ostacoli ingiustificati ad un virtuoso percorso legislativo di semplificazione in agricoltura, portato avanti quasi all’unisono da forze di diverso colore politico, a testimonianza di un lavoro comune finalmente lontano dalle vecchie logiche di parte”.

Peraltro, proprio all’inizio del mese erano stati diffusi i risultati dell’analisi effettuata dal Crea sul ruolo del contoterzismo agrario nell’ambito della nuova versione dell’Annuario dell’agricoltura italiana. Secondo il Consiglio per la Ricerca in agricoltura, l’attività dei contoterzisti rappresenta il 45,6 per cento di tutte le cosiddette attività di supporto che, ricorda il Crea, “sono intrinsecamente legate alla fase strettamente agricola” e generano un’enorme ricchezza in termini di operazioni colturali e altri servizi indispensabili per l’agricoltura, quantificabile in oltre 3,12 miliardi di euro annui.

La battaglia dei contoterzisti, nel mirino ci sono i fondi europei

Secondo la Confederazione degli Agromeccanici e Agricoltori Italiani, il disegno di legge in questione apre la strada ad un uso più razionale dei fondi europei per l’innovazione in agricoltura, che potrebbero essere messi a frutto anche dalle imprese agromeccaniche italiane, anziché rischiare costantemente di ritornare nelle casse di Bruxelles in base al meccanismo del disimpegno dei fondi.

“Inoltre – continua Dalla Bernardina – si eliminerebbe uno dei grandi paradossi della politica agricola: quello per cui attualmente può accedere ai contributi una grande impresa privata di trasformazione di prodotti agroalimentari, spesso addirittura svincolata dal territorio in cui opera, mentre una piccola o media impresa agromeccanica che lavora esclusivamente a servizio dell’imprenditoria agricola del territorio si trova totalmente esclusa da qualsiasi misura di sostegno”.

Cai tiene comunque a ribadire la propria disponibilità a collaborare con la Conferenza delle Regioni e le altre istituzioni interessate ad approfondire i positivi risvolti economici e sociali del provvedimento voluto dalla Commissione Agricoltura della Camera. “La proposta di legge che si sta discutendo in queste settimane – conclude il numero uno di Cai – è un chiaro esempio di disposizione normativa in grado di generare efficienza nel sistema economico nazionale, a costo zero per le casse dello Stato. Continuiamo a nutrire fiducia nell’iter parlamentare in corso, auspicando che anche tra gli attori esterni alla compagine parlamentare prevalgano un atteggiamento costruttivo e la volontà di risolvere concretamente i problemi a beneficio dell’intero settore agricolo”. Su tale questione, nessuna posizione è stata ancora ufficialmente espressa dalle associazioni italiane di agricoltori.

Contoterzisti agricoli

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