Un’erosione costante, quasi spaventosa per l’estensione che ha raggiunto, quella che ha interessato il suolo italiano nel 2021 e che, ancora una volta, ha messo in luce le storture del nostro Sistema Paese. A rimarcarlo, dopo il commento della Coldiretti sulla perdita di quasi il 28% dei terreni agricoli nell’arco di una generazione proprio a causa del consumo del suolo a favore di nuove coperture artificiali (strade, capannoni, edifici ecc), è stata la sigla dei contoterzisti UNCAI. E i commenti su quanto emerso nel Rapporto Snpa (Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente) 2022 pubblicato dall’ISPRA non sono stati affatto lusinghieri, anzi.

Secondo UNCAI, infatti, “l’Italia non è messa bene. Si trova tutta lì, dove stazionano i predatori del suolo. Non è una novità. Ma nel 2021 la situazione è diventata fuori controllo con una media di 19 ettari di suolo naturale o seminaturale persi al giorno (e quasi 2 metri quadrati al secondo), il valore più alto negli ultimi dieci anni, e quasi 70 km2 di nuove coperture artificiali. Il cemento ricopre ormai 21.500 km2 di suolo nazionale, dei quali 5.400, un territorio grande quanto la Liguria, riguardano i soli edifici che rappresentano il 25% dell’intero suolo consumato”.

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UNCAI, il commento impietoso sulla situazione del consumo di suolo

“La terra si è ridotta a merce, priva di storia, tradizione e degli altri significati che le appartengono, soprattutto ambientali”, ha tuonato il presidente dell’Unione Contoterzisti – UNCAI, Aproniano Tassinari . “Dopo la diffusione della notizia, associazioni ambientaliste e agricole hanno giustamente alzato la voce. Ma la politica ha speso pochissimo fiato. Ma si sa, il silenzio è d’oro. Evita polemiche. Garantisce tranquillità e un po’ di quattrini di oneri di urbanizzazione”. E c’è anche la beffa, in questo caso: sì, perché la legge contro il consumo di suolo è pronta dal 2013 ma, attualmente, resta “incagliata in un sistema politico vischioso che sacrifica il passato e il futuro a un presente infinito e globale”.

“Il suolo italiano macina record ambientali negativi. Medaglie al disonore, che nessuno vorrebbe appese al proprio petto, ma da noi si portano con disinvoltura. Quando il Rapporto sul consumo del suolo non è più la notizia del giorno da commentare, le lacrime e le dichiarazioni standard di sdegno finiscono, ma la musica rimane immutata e il De profundis non si trasforma in Te Deum”, prosegue Tassinari che però preferisce immaginare, almeno in questa occasione, una protesta corale e compatta: “A fine settembre avremo un nuovo Parlamento che erediterà decisioni prese, anche in extremis, dagli attuali deputati e senatori. L’approvazione della legge contro il consumo indiscriminato del suolo può diventare una di queste decisioni, l’ultimo gesto grandioso e determinato del Parlamento e del Governo Draghi”, conclude il presidente UNCAI.

Una decisione che però, in questo momento così convulso di campagna elettorale e con il Governo che sta traghettando il paese verso le elezioni e a cui è permesso solo il disbrigo degli affari correnti, appare alquanto utopica. Certo, non impossibile considerando il carattere di urgenza della misura (e quindi ascrivibile ai casi in cui il Governo può ancora intervenire con un decreto legge ad hoc) ma estremamente improbabile.

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