Confagricoltura, crescono le donne che lavorano nel settore primario. Aumentano anche le iscrizioni ai corsi di agraria
Mentre le imprese "rosa" toccano quota 204.214, il 61% delle laureate trova lavoro entro un anno. I dati emersi durante il convegno “Donne in agricoltura: da sempre protagoniste del cambiamento” promosso da Confagricoltura Donna Emilia Romagna, Piemonte e Lombardia. Numerose le testimonianze
Negli ultimi dieci anni l’agricoltura italiana, nonostante alcune difficoltà strutturali, ha saputo attirare un numero crescente di donne tra le file delle aziende. In base a quanto emerso nel contesto dell’incontro “Donne in agricoltura: da sempre protagoniste del cambiamento” del 6 ottobre, la percentuale di donne con età compresa tra i 18 e i 29 anni che hanno fatto il loro ingresso nel mondo del lavoro è più che raddoppiata, passando dal 14% del 2012 all’attuale 33,7%. Il tutto mentre le imprese agricole gestite da donne, dalle 203.503 del 30 giugno 2022, sono diventate 204.214. Una dimostrazione lampante «che la partecipazione femminile a tutti i livelli, anche e soprattutto in una fase critica per l’economia, costituisce una componente vitale all’interno del sistema produttivo nazionale, che va adeguatamente incoraggiata», ha sottolineato la presidente di Confagricoltura Donna Alessandra Oddi Baglioni durante l’apertura dei lavori dell’incontro, svoltosi nell’agriturismo Battibue a Fiorenzuola D’Arda, nel piacentino.
Confagricoltura punta i riflettori sul ruolo centrale delle donne in agricoltura
Durante il convegno, promosso da Confagricoltura Donna Emilia Romagna, Piemonte e Lombardia, per far emergere la centralità del ruolo della donna in agricoltura, insieme alla capacità di affrontare con determinazione le difficoltà e l’attitudine al cambiamento, sono state coinvolte la professoressa Guendalina Graffigna, ordinario di Psicologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, la ricercatrice storica Marialuisa Ricotti e due giovani imprenditrici che dell’innovazione hanno fatto una regola di vita.
Potrebbe interessarti
Agricoltura, 203.503 imprese sono guidate da donne (28,2%). Il punto di Confagricoltura Donna
A crescere non sono solamente le donne impiegate in agricoltura, ma anche il numero di studentesse iscritti alle facoltà di Agraria. In base ai dati rilasciati da Confagricoltura si tratta di una tendenza accompagnata dal miglioramento delle prospettive lavorative nel settore: il 61% delle laureate è riuscita a trovare lavoro entro un anno, mentre il 74% riesce a entrare nel mondo del lavoro entro tre anni. «Se il 15% delle donne che hanno compiuto studi nelle facoltà di Scienze agrarie, dopo il primo anno non sta lavorando né cerca lavoro – ha messo in evidenza – trascorsi tre anni solamente il 5% si trova in questa condizione; una percentuale destinata ad azzerarsi a cinque anni dalla laurea», ha evidenziato Guendalina Graffigna.
Le testimonianze sul campo
«Le parole chiave per il successo – ha sottolineato Matilde Maria Passamonti, 26 anni – sono passione, voglia di fare squadra e aspirazione di riuscire a fare sempre meglio. Seguendo l’esempio delle grandi donne, come le due inventrici di un rivoluzionario metodo di genome editing, Jennifer Doudna ed Emmanuel Charpentier, premio Nobel 2020 per la chimica, si eliminano le barriere all’ingresso, spesso fatte di pregiudizi». Passamonti divide il suo impegno tra l’università e l’azienda zootecnica di famiglia in provincia di Cremona, gestita al femminile da tre generazioni.
«Coltivo grano, soia, sorgo, foraggio e barbabietole – ha spiegato Alice Consoli, presidente dei giovani di Confagricoltura – Anga Emilia Romagna, laureata in ingegneria e impegnata nell’azienda in provincia di Modena -. Mi sono dedicata alla ricerca di nuove varietà da introdurre nei piani colturali; ho sviluppato le mappature dei terreni. Tutti i miei campi sono tracciati con un report dettagliato 4.0 dalla semina alla raccolta. Oggi nella nostra azienda non circola più carta, risparmiamo tempo ed energie».
Spazio, poi, anche alla storia del rapporto tra donne e agricoltura nel corso dei secoli, dal Medioevo ai giorni nostri, con un focus particolare sulle figure più rappresentative. «Intuizioni, conoscenze, capacità di trasformare in economia saperi antichi trasmessi dalle donne attraverso le generazioni – ha affermato Marialuisa Ricotti – confermano la capacità, pur nel loro silenzio umile, di essere state e di continuare ad essere portatrici di innovazione nel settore agricolo, mettendo in gioco abilità e risorse umane di qualità»