Una riduzione dell’utilizzo di prodotti fitosanitari all’interno del territorio UE pari ad almeno una percentuale del 50% rispetto alla media del periodo 2015-2017, con una quota minima per i singoli Stati membri di almeno il 35%. Nero su bianco quella che la Commissione UE ha proposto a Bruxelles è una vera e propria rivoluzione per il settore agricolo. Che, però, Confagricoltura, dopo aver ricordato che il progetto legislativo è avrebbe dovuto essere licenziato ad aprile (ma è stato deciso il rinvio a seguito dell’invasione dell’Ucraina) ha bocciato senza mezzi termini.

La bocciatura di Confagricoltura

“Per quanto riguarda l’agricoltura, l’agenda strategica della Commissione europea dovrebbe essere aggiornata. La pandemia e la guerra in Ucraina hanno chiaramente indicato che la salvaguardia del potenziale produttivo è un fattore strategico”, ha commentato il presidente della sigla Massimiliano Giansanti. “Da aprile non è cambiato nulla. Alla fine, all’interno dell’Esecutivo di Bruxelles, ha prevalso una visione penalizzante per l’intero sistema agroalimentare che, come riconosciuto dalla stessa Commissione, garantisce la copertura del fabbisogno dei cittadini europei”.

“La proposta della Commissione – prosegue Giansanti – si basa sulla strategia delineata nella comunicazione ‘From Farm to Fork’. Una strategia che, secondo tutte le valutazioni indipendenti effettuate, porterà ad una riduzione delle produzioni agricole, ad un aumento delle importazioni e dei prezzi al consumo”.

“Nella sua proposta, la Commissione riconosce che ci saranno conseguenze sotto il profilo dei costi di produzione e dei prezzi al consumo che dovrebbero essere compensate con i fondi della politica agricola comune (PAC). Un ulteriore taglio, quindi, alle risorse finanziarie per la competitività e l’efficienza delle imprese agricole che producono per il mercato”, sottolinea il presidente di Confagricoltura. “Lavoreremo per ottenere tutti i profondi adattamenti necessari per continuare a garantire, grazie alle più avanzate soluzioni tecnologiche, produzioni sicure e di qualità. E sostenibili sotto il profilo ambientale e della protezione delle risorse naturali”, ha concluso Giansanti.

Il progetto legislativo della Commissione europea passa ora all’esame del Parlamento europeo e del Consiglio.

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