Quello annunciato lunedì dal Governo in merito allo Stato di Emergenza per Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia e Veneto a causa della gravissima siccità che ha colpito città e campagne è soltanto il primo passo per la tutela delle produzioni e del lavoro delle aziende agricole. É perentorio il commento di Confagricoltura alla mossa dell’esecutivo per venire incontro alle pressanti richieste delle regioni, che da settimane (se non da mesi) chiedevano la misura per arginare i danni apportati dal grande caldo.

Dopo aver commentato positivamente lo stanziamento da parte del Consiglio dei Ministri di 36,5 milioni di euro per le regioni interessate, Confagricoltura si è detta convinta dell’importanza della nomina, nel più breve tempo possibile, di un Commissario straordinario che, di concerto con i territori e le rappresentanze degli agricoltori, proceda con lo stanziamento delle risorse necessarie a coprire i danni già subiti dal settore primario. È fondamentale mettere in campo ogni sforzo necessario per la salvaguardia dei raccolti, e di conseguenza, l’occupazione.

Confagricoltura, il rinnovamento delle rete idrica deve passare dal PNRR

Al contempo la sigla si auspica che la situazione in atto abbia tolto ogni dubbio sulla necessità di superare la politica dell’emergenza per avviare un piano per la modernizzazione del sistema idrico che il Paese aspetta da oltre 20 anni. Nell’ultimo rapporto Istat è contenuto un dato esemplificativo della condizione attuale: a causa della vetustà della rete, nel 2020 è andato perso 1 miliardo di metri cubi di acqua. “È necessaria un’inversione di marcia e alcuni strumenti sono già a disposizione”, ha sottolineato la sigla in una nota.

“È possibile procedere fin da subito con i lavori di efficientamento della rete nazionale previsti e finanziati nel PNRR con 190 milioni di euro“. A tal proposito è “necessario rimodulare la destinazione delle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dedicando una quota a nuove infrastrutture strategiche per la raccolta dell’acqua piovana e per la gestione e il riutilizzo dei reflui a scopi irrigui. Inoltre, il settore primario aspetta da tempo incentivi che rendano accessibili alle imprese gli investimenti in tecnologie per il risparmio idrico proprio come è stato fatto in Francia e Spagna”.

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