Commissario nazionale contro la siccità, c’è una nuova figura per gestire la crisi
I compiti della nuova figura saranno relegati al breve periodo (ma c'è la possibilità di proroga). Verrà affiancata da una cabina di regia per gli interventi strutturali di medio-lungo periodo
Inizia a delinearsi con sempre più chiarezza la figura del Commissario nazionale contro la siccità, annunciata qualche settimana fa dal Governo Meloni in risposta alla perdurante siccità che ha investito i campi italiani, riversandosi sull’agricoltura, già in difficoltà a primavera appena iniziata, dopo uno degli inverni più caldi di sempre. Il Commissario, che rappresenterà una possibile soluzione nel breve periodo (sarà in carica fino al 31 dicembre 2023) ma sul cui nome ancora non si è giunti a un compromesso, verrà affiancato da una cabina di regia tecnico-politica per la pianificazione degli interventi strutturali di medio-lungo periodo.
Questo, almeno, è quello che emerso dalla ultimo incontro che si è svolto a Palazzo Chigi, presieduto dal vicepremier nonché ministro dei trasporti Matteo Salvini e a cui hanno partecipato alcuni membri dell’esecutivo. L’incontro, tuttavia, non ha ancora portato alla nomina di una persone. Ancora forti dubbi permangono al ‘bacino’ da cui attingere il nome, se da quello politico o tecnico. Per ora la certezza, come hanno riferito da Palazzo Chigi, è che questa figura potrà agire in un “perimetro molto circostanziato di competenze”.
Arriva il Commissario contro la siccità. Ancora riserve sul nome
L’obiettivo dell’esecutivo resta quello di permettere al futuro Commissario di poter agire, di concerto con le regioni, su “aree territoriali a rischio elevato”, con la possibilità di “sbloccare interventi di breve periodo come sfangamento e sghiaiamento degli invasi di raccolta delle acque, aumento della capacità degli invasi, gestione e utilizzo delle acque reflue, mediazione in caso di conflitti tra regioni ed enti locali in materia idrica, ricognizione del fabbisogno idrico nazionale. Sono in corso le valutazioni tecniche per formalizzare la soluzione definitiva”.
Due i possibili livelli di intervento dell’esecutivo, in base a quanto emerso dall’incontro a Palazzo Chigi. Da una parte uno molto più celere, tramite l’emanazione di un decreto per misure che impattino subito da qui all’estate (potrebbe già essere presentato la prossima settimana in Consiglio dei Ministri). E un altro invece sul medio-lungo periodo, per affrontare la problematica degli invasi d’acqua, questione già al centro delle strategie di Coldiretti e Anbi, e più ribadita nel corso dell’ultimo anno da parte dell’associazione di categoria.
“Stiamo lavorando a una cabina di regia – ha commentato la premier Giorgia Meloni di fronte alle camere – per un piano nazionale di intesa con le regioni, utilizzando nuove tecnologie, avviando una campagna di sensibilizzazione. Il governo sta lavorando a un provvedimento normativo con semplificazioni e deroghe per accelerare lavori essenziali. Intendiamo lavorare anche all’individuazione di un commissario straordinario che abbia poteri esecutivi rispetto a quanto definito dalla cabina di regia”.