Grande festa a Roma per Coldiretti: la più grande sigla agricola italiana ha infatti compiuto 80 anni e, per l’occasione, ha organizzato una giornata con agricoltori e istituzioni presso il Teatro Eliseo di Roma. Presenti, tra gli altri, il presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini insieme al segretario generale Vincenzo Gesmundo, anche il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, oltre a una nutrita delegazione di agricoltori provenienti da ogni regione d’Italia. Per l’evento, tra l’altro, è stata coniata una speciale moneta da quattro euro (la prima di questo tipo in assoluto) emessa dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e prodotta dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.

Durante la giornata è stata anche presentata la nuova raccolta digitale delle firme per una legge di iniziativa popolare che porti l’Europa a cambiare strada sulla trasparenza di quanto si porta in tavola con l’obbligo dell’etichetta d’origine a livello europeo su tutti gli alimenti in commercio. La sigla ha già annunciato di aver raccolto 300mila firme in presenza, nei mercati e tra i cittadini con i gazebo.

Coldiretti, una lunga storia di battaglie per l’agricoltura

Oltre all’etichetta trasparente sui cibi sono tante le battaglie che nel corso degli ultimi 80 anni hanno cambiato il volto dell’agricoltura italiana, riportandola al centro della società e restituendo dignità al lavoro nei campi. Una su tutte, la Riforma agraria degli anni ’50 ispirata e sostenuta dalla Coldiretti che ha rappresentato la più grande ridistribuzione di ricchezza mai realizzata in Italia, trasferendo a oltre un milione di contadini, mezzadri, braccianti e affittuari, 3,6 milioni di ettari incolti o mal coltivati segnando la fine del latifondismo improduttivo. Una svolta alla quale è seguita all’inizio del 2000 la legge di orientamento, che ha rivoluzionato il settore, rendendo possibile un ventaglio di attività che vanno dall’agriturismo all’agricoltura sociale fino alla vendita diretta e la produzione di energia.

Un ruolo cruciale, poi, è stato giocato dall’istituzione del Patto col consumatore che ha saldato gli interessi degli agricoltori con quelli dei cittadini e posto le basi per le tante iniziative a tutela della salute, dell’ambiente, delle campagne e della trasparenza. La nuova proposta di legge per cui Coldiretti ha lanciato la raccolta firme è proprio l’ultimo atto – per ora – di questa storia lunga 80 anni.

L’obiettivo, fa sapere la sigla, è quello di raggiungere un milione di firme per dire basta ai cibi importati e camuffati come italiani e difendere la salute dei cittadini e il reddito degli agricoltori. La raccolta firme ad oggi è stata attraverso banchetti in tutti i mercati contadini di Campagna Amica e in tutte le sedi territoriali che hanno portato sino ad oggi a ottenere trecentomila firme.

La petizione, tra l’altro, ora si è anche estesa al web, con la possibilità di sottoscriverla in maniera digitale da parte dei cittadini all’indirizzo apposito sul portale dell’Unione Europea. Gli utenti interessati possono selezionare il proprio Paese di cittadinanza nel menu a tendina in giallo a sinistra e potranno quindi scegliere se compilare il modulo inserendo i propri dati con numero della carta d’identità o del passaporto oppure accedere direttamente con lo spid.

Il commento

“In questo modo – spiega Coldiretti – si potrà sostenere la richiesta di rendere esplicite e chiare le indicazioni dell’origine di provenienza per tutti i prodotti che entrano nel mercato comune ma anche che siano rispettati gli stessi standard dal punto di vista ambientale, sanitario e delle norme sul lavoro previsti nel mercato interno a tutela della salute dei cittadini consumatori e del pianeta”.

“Un modo per porre fine all’inganno dei prodotti stranieri spacciati per tricolori grazie alla norma del codice doganale sull’origine dei cibi che consente l’italianizzazione grazie a trasformazioni anche minime. Mai così tanto cibo straniero – conclude Coldiretti – è arrivato in Italia con il valore delle importazioni agroalimentari dall’estero che nel 2023 hanno raggiunto il record di 65 miliardi di euro”.

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