Come ben noto a inizio 2022 CNH Industrial cambierà assetto in seguito allo spin-off di Iveco Group. La nuova struttura si occuperà dunque esclusivamente di Off-Highway, con l’agricoltura e i suoi marchi (New Holland, Case IH e Steyr) a far la parte del leone e il construction da far decollare.

«Stiamo mettendo in campo una nuova struttura organizzativa e potenziando il nostro Senior Leadership Team, con l’obiettivo di mettere al centro dell’attenzione i clienti e i concessionari, migliorare la produttività e accelerare la crescita dal punto di vista della redditività», ha dichiarato Scott Wine, CEO di CNH Industrial. «Questa nuova struttura migliora l’agilità, elimina la burocrazia superflua e apre la strada a una più chiara responsabilizzazione, di pari passo con la realizzazione delle nostre priorità strategiche e la creazione di valore per i nostri stakeholder».

CNH Industrial, una strategia ambiziosa

Una vision molto chiara basata sull’ottimizzazione dei processi in chiave sostenibile, su una maggiore efficienza e soprattutto sulla responsabilizzazione delle ‘region’ nel conseguire gli obiettivi strategici dell’azienda. Proprio le Regioni Corporate rappresentano la principale new entry in fase organizzativa.

Ogni area avrà un nuovo presidente che risponderà direttamente al CEO e ai presidenti delle tre Global Business Unit: Derek Neilson (Agriculture), Stefano Pampalone (Construction) e Oddone Incisa (Financial Services). Brad Crews sarà dunque il nuovo presidente per il Nord america, Carlo Alberto Sisto per l’Emea (Europa, Medio Oriente e Africa), Vilmar Fistarol per l’America latina e Chun Woytera per l’Asia Pacifico. Abbiamo strappato un’intervista lampo a Carlo Alberto Sisto, neo presidente della regione Emea a cui abbiamo chiesto quali sono le peculiarità e gli obbiettivi della nuova CNH Industrial.

Innanzitutto congratulazioni per la nuova carica. Cosa cambierà sostanzialmente nella struttura di CNH Industrial Off-Highway?

«Lo spin-off dell’On-Highway con la nascita di Iveco Group consentirà a CNH Industrial di focalizzarsi essenzialmente sui tre comparti agricoltura, construction e financial services. Alla base del nuovo assetto permane dunque la suddivisione per segmenti, ma per ciascuno di essi il compito di promuovere in maniera redditizia e sostenibile la crescita delle rispettive attività sarà affidato alle Regioni Corporate con l’obiettivo di individuare al meglio requisiti e opportunità delle differenti aree del Pianeta. Ogni region gestirà dunque non solo la parte commerciale e lo sviluppo della rete ma supervisionerà direttamente anche sulla qualità, sugli acquisti, sulla produzione, sulla supply chain, sul supporto a concessionari e clienti e sullo sviluppo digital.

CNH Industrial

«Tutte funzioni che prima erano centralizzate e che d’ora in poi potranno essere gestite direttamente dai mercati di riferimento eliminando un bel po’ di burocrazia superflua. Per quanto riguarda la regione Emea ritengo che saremo in grado di dare più valore ai nostri stakeholder, ai concessionari e ai clienti finali proprio in virtù di una maggiore responsabilizzazione e di target basati sulle necessità del territorio. In merito alle mie funzioni, in qualità di President Emea Corporate risponderò sia a Derek Neilson per il segmento agri, sia direttamente al CEO Scott Wine per tutto ciò che riguarda stabilimenti, relazioni istituzionali e investimenti. Un ruolo chiave di spinta strategica dei marchi nei differenti mercati resta affidato anche ai due Brand Leader, Carlo Lambro per New Holland e Scott Harris per Case IH, che continueranno a operare in tema di brand strategy, brand identification e product development a livello globale».

CNH Industrial

Cosa si aspetta in ottica finanziaria dallo spin-off di Iveco Group?

«Mi aspetto un momento positivo poiché potremo sicuramente dare più attenzione soprattutto all’agricolo ma anche al construction e avremo una capacità più forte di investimento in R&D e sviluppo prodotto. Pensiamo che il mercato apprezzerà entrambi gli asset, sia sul versante Offhighway che su quello On-Highway. Le due società hanno stabilito piani chiari e ambiziosi per la loro crescita e gli sviluppi futuri».

Intanto nel terzo trimestre 2021 CNH Industrial ha ottenuto ricavi consolidati pari a 8,0 miliardi di dollari, in crescita del 23 per cento rispetto al terzo trimestre del 2020, utile netto pari a 329 milioni di dollari, risultato diluito per azione adjusted pari a 0,36 dollari e Ebit adjusted delle attività industriali pari a 469 milioni di dollari…

«Chiaramente la solida performance del terzo trimestre 2021 è data da migliori prezzi e maggiori volumi, sostenuti da una grossa domanda dei mercati finali. Sicuramente c’è stato e ci sarà un grande impegno da parte del gruppo per superare le difficoltà con i fornitori e con la supply chain. Stimiamo che il quarto trimestre possa essere il periodo più penalizzato dalle interruzioni della catena logistico produttiva nell’ultima parte del trimestre e dai problemi di fornitura dei componenti. Risultati, comunque, molto positivi alla vigilia dello spin-off.

Con l’imminente uscita di FPT Industrial da CNH Industrial come si svilupperanno i progetti sulle energie alternative, alcuni dei quali già in essere (metano)?

«Non cambierà assolutamente nulla. FPT Industrial resta una pedina fondamentale per lo sviluppo di nuovi prodotti per l’agricoltura e il construction. Abbiamo un accordo e continueremo a collaborare con loro anche sul fronte delle rinnovabili. In sostanza ci interfacceremo esattamente alla stessa maniera di prima».

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