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Gli umori dell’industria europea della meccanizzazione agricola, da un mese con l’altro, alternano momenti di depressione a fasi di euforia. L’ultimo barometro del Cema è all’insegna dei calici alzati: “Non si registrava un valore così positivo dal maggio 2012”, cita una nota di sintesi, che sembra più che mai significativa se associata al dato delle immatricolazioni: meno 1,3 per cento nel primo trimestre, con il solito andamento a macchia di leopardo.

Cosa prevedono i top manager di settore?

Belgio e Germania in lieve crescita; bene la Danimarca, la Spagna e la UK; male Austria e Olanda; malissimo la Francia. Eppure, la rilevazione effettuata dal Cema su 140 top manager di settore sembra raccontare un’altra Europa.

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Il volume degli ordini viene paragonato al periodo 2013-2013, da tutti considerato di boom economico. Il 72 per cento del campione giudica soddisfacente (anche molto…) lo stato corrente del business; il 57 per cento si attende un incremento delle attività nei prossimi sei mesi. Solo un imprenditore su sette, invece, paventa un decremento del giro di affari.

Vale la pena ricordare che a ottobre 2016 le aspettative di stallo o di calo erano ancora prevalenti. Anche sul fronte occupazione emergono numeri che il comparto pareva aver scordato: l’80 per cento delle attività pensa di poter mantenere inalterata la propria forza lavoro a tempo indeterminato, mentre la quota delle possibili nuove assunzioni è tre volte superiore rispetto a quella dei temuti licenziamenti.

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