Il nome Maxxum non venne scelto a caso. Quando all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso fu presentata da Case IH, questa serie condensava veramente il massimo disponibile allora in quanto a tecnologia e comfort di guida. I modelli erano il 5120, 5130, 5140 e 5150 con potenze da 90 a 125 cavalli. La serie Maxxum venne poi migliorata con le versioni Plus e Pro, arrivando ad essere prodotta in quasi 70 mila esemplari. nel 1997 si trasformò in Maxxum Mx con potenze da 100 a 135 cavalli. Quando New Holland acquisì Case IH nel 1999 e nacque la CNH, il Gruppo dovette cedere per motivi di antitrust lo stabilimento di Doncaster nel Regno Unito dove erano prodotti i Maxxum MX.

Questi ultimi furono poi assemblati con il marchio di McCormick riportato in vita dal Gruppo Argo, il nuovo proprietario del sito di Doncaster. In casa Case IH i nuovi Maxxum rinacquero dalla piattaforma comune con i TS-A New Holland, e si erano evoluti all’attuale gamma, estremamente vasta e articolata. Nel 2012 la serie Maxxum valeva oltre il 20% delle vendite Case IH in Italia. I Maxxum si dividevano in due famiglie: la Maxxum EP (Efficient Power) composta da sei modelli con allestimenti base, e la Maxxum EP MC (Multicontroller), più ricca e acccessoriata e disponibile sempre in sei modelli base. I trattori che la compongono sono i Maxxum 110, 115, 120, 125, 130 e 140 con propulsori a quattro e sei cilindri Nef Fpt.

Case IH Maxxum, la meccanica. Si trasforma all’occorrenza

Il Maxxum 140, il top di gamma dispone di un propulsore a sei cilindri capace di 140 cv al regime nominale di 2.200 giri, che arriva ad erogarne 154 a 1.900 giri e 175 in ‘Power Management’, in utilizzo alla presa di forza, all’impianto idraulico e nei trasporti. Il peso della macchina base supera di poco i 50 quintali, che aumentano di quattro con la sospensione anteriore; aggiungendo le zavorre si arriva a quasi 60 quintali, e il peso massimo consentito è di 9.000 chili. Questi dati attestano che il Maxxum 140 è un vero trasformista, può essere leggero per effettuare lavorazioni secondarie senza compattare il terreno o pesante per aumentare la capacità di trazione in aratura.

Il Power Management, fornendo 35 cv aggiuntivi, lo trasforma da peso medio a peso massimo, a conferma della polivalenza del mezzo. L’aspetto del cofano seguiva il consueto styling Case IH, ed era contraddistinto dalle griglie di areazione a ‘branchie di squalo’, mentre la moderna cabina a quattro montanti e i grossi parafanghi conferivano al trattore un aspetto moderno e funzionale.

Sotto al cofano pulsava il collaudatissimo Fpt Nef a sei cilindri da 6,7 litri, turbocompresso con intercooler. L’alimentazione è Common Rail, ha quattro valvole per cilindro e la gestione elettronica per il Power Management e il Constant Engine Speed, che consentiva di programmare l’esatto regime di rotazione della presa di forza indipendentemente dalle variazioni di carico del trattore. Oltre che potente è anche elastico, accreditato a una coppia massima di ben 64,4 chilogrammetri e di una riserva di coppia del 41%. Era emissionato Stage IIB grazie all’adozione del post-trattamento dei gas di scarico con la tecnologia SCR, che lasciava il motore libero di ‘respirare’ con il miglior rendimento termodinamico possibile.

Il suffisso Efficient Power, presente su tutti i trattori Case IH di ultima generazione, voleva sottolineare la grande produttività dei nuovi mezzi a fronte di una sensibile diminuzione dei consumi specifici e reali dei propulsori

Silenzioso e scattante

Buona l’accessibilità al vano motore grazie al cofano monoblocco ribaltabile e lungo l’intervallo di sostituzione dell’olio motore, corrispondente a 600 ore. Nella norma la capacità di 227 litri del serbatoio combustibile affiancato da quello dell’AdBlue da 37 litri. Il cambio a valle del propulsore è un semi-powershift con quattro marce sotto carico e quattro gamme che in versione base forniva 16 marce avanti e 16 retro. Il Maxxum in prova disponeva del cambio Ecodrive, che proponeva una diciassettesima marcia veloce in grado di raggiungere i 40 all’ora a soli 1.900 giri del motore, con evidenti risparmi di carburante.

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La trasmissione era completata dall’inversore elettroidraulico al volante, opportunamente replicato sulla leva multifunzione Multicontroller che ospita anche i comandi del cambio e dell’idraulica oltre che il pulsante per l’attivazione automatica delle operazioni di fine campo (Hts). Anche il cambio può essere automatizzato sia nelle lavorazioni su campo che nei trasporti con i due sistemi Field e Road Mode. Inoltre l’inserimento e il disinserimento della presa di forza si possono automatizzare collegandoli all’alza/abbassa del sollevatore elettronico. Le velocità disponibili sono la 540, 750 e 1.000.

Nell’allestimento era presente l’assale sospeso anteriore, semplice, efficiente e bloccabile in aratura o con il caricatore frontale. In tandem con la sospensione della cabina sempre di serie, svolgeva una buona ammortizzazione, rendendo più sicuro il controllo del trattore alle velocità medio alte. I bloccaggi differenziale anteriori e posteriori erano simultanei ed efficaci. Il sollevatore e i quattro distributori elettronici erano invece attivati da un sistema idraulico a centro chiuso dotato di una portata di 113 litri al minuto. Buona la capacità di sollevamento corrispondente a quasi 7.900 chili.

La cabina. Silenzio, si lavora! Insonorizzazione record ed ergonomia impeccabile

La cabina era spaziosa e luminosa ed offriva una visibilità ottimale sull’esterno, anche grazie ai soli quattro montanti. Utile, soprattutto con il caricatore frontale, la botola trasparente sul tettuccio. Tutti i comandi sono ben disposti e raggiungibili, particolare menzione spettava poi alla console multicontroller che si poteva anche spostare elettricamente avanti-indietro. Con un livello fonometrico tra i più bassi in assoluto, 67 db(A) e una superficie vetrata di quasi sei metri quadri era una delle miglior cabine in circolazione ai tempi. Tuttavia, sarebbe stato preferibile, visto il ricco allestimento, offrire di serie il climatizzatore automatico (a richiesta con 718 euro) al posto di quello manuale. Ineccepibili, invece, la verniciatura e l’assemblaggio ‘Made in Austria”. A conti fatti era veramente difficile trovare punti deboli nel Case IH Maxxum 140 Multicontroller Efficient Power.

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