All’edizione di Eima del 2018 il Case IH Maxxum 145 veniva proclamato Tractor of the Year. Allora ancora non c’era la suddivisione del premio per fasce di potenza, e l’elezione di un trattore ‘multipurpose’ con motore 4 cilindri di media potenza in competizione con gli ipertecnologici trattori da campo aperto ‘over 300’, la dice lunga sulla bontà di questo progetto.

Dal punto di vista commerciale il Maxxum 150, di uguali dimensioni e potenza del 145, ma con motore a 6 cilindri, ha avuto altrettanto successo, facendo gola a chi, come Michele Bruno che ci ha ospitato nella sua azienda di Rocchetta ligure (AL) per provarlo, preferisce la sicurezza e l’affidabilità di un motore meno spinto senza perdere troppo in termini di agilità.

Il Maxxum 150 di Michele Bruno è poi l’unico trattore in azienda, e dev’essere letteralmente un tuttofare, col motore a 6 cilindri che garantisce anche maggiore attitudine nei trasporti e nei lavori di aratura. La prova si è svolta su terreni in forte pendenza dove il Maxxum, seppur evidentemente sovradimensionato, ha mostrato le sue ottime doti di stabilità e manovrabilità, la brillantezza del motore e le qualità del cambio ActiveDrive8.

Case IH Maxxum 150 ActiveDrive 8, la meccanica. Cambi fluidi col powershift a doppia frizione

Strutturalmente il Maxxum 150 è quasi identico al modello 145 con motore a 4 cilindri. Le misure sono le stesse, col passo da 2.684 millimetri e la lunghezza fuori tutto di 5.189, come identico è il design, col bel cofano dotato di grandi prese d’aria e le luci a led stupendamente integrate nella griglia del radiatore. Solo il peso è leggermente superiore, un nonnulla di 130 chili, fermo restando il carico massimo ammissibile che, anche con la trasmissione da 50 chilometri orari, è di 10.500 chili.

Le differenze sono dunque tutte nel motore, col Maxxum 150 che monta il 6 cilindri FPT NEF da 6,7 litri accreditato di 158 cavalli di potenza massima a 1.800 giri, solo 3 cavalli in più rispetto al NEF da 4,5 litri, e 650 Newtonmetri di coppia a 1.500. Valori che in applicazioni con la Pto o nelle marce di trasporto aumentano sensibilmente grazie alla centralina di controllo elettronico che concede un boost di 17 cavalli (quindi in tutto 175) e 90 Newtonmetri in funzione del carico su trasmissione, presa di forza e impianto idraulico. Il sistema di trattamento dei gas di scarico è il noto HI-eSCR 2 e gli intervalli di manutenzione per il cambio dell’olio sono di ben 750 ore.

A migliorare l’efficienza di funzionamento c’è poi, in dotazione standard, la ventola viscostatica di raffreddamento. A fare una grossa differenza in termini di efficienza e comfort è il cambio powershift ActiveDrive 8, un’unità composta da tre gamme e otto rapporti sotto carico per un totale di 24 marce in entrambi i sensi, che grazie all’utilizzo di due frizioni migliora di gran lunga le prestazioni di un powershift tradizionale garantendo assorbimenti minimi e cambiate estremamente fluide e graduali senza soluzione di continuità, regalando all’operatore le sensazioni tipiche dei moderni cambi automatici in dotazione alle auto.

Tecnicamente le quattro marce dispari e una delle due frizioni sono piazzate su un albero, mentre le quattro marce pari e la seconda frizione si trovano su un secondo albero in modo che mentre una marcia dispari viene disinnestata su una frizione, la seconda frizione innesta il rapporto di quella pari. Il cambio è automatizzabile e il funzionamento pratico si avvicina parecchio a quello delle unità Cvt. Scegliendo l’opzione ‘auto’ all’operatore basta infatti impostare la velocità massima desiderata e agire sul solo pedale dell’acceleratore. Il cambio robotizzato delle gamme avverrà dunque in automatico e ad ogni passaggio di gamma è il gruppo stesso a impostare, tra le otto disponibili, la marcia più idonea in funzione del carico e della velocità.

La frizione in pratica non si usa nemmeno per fermarsi e ripartire, dato che la utilissima funzione ‘freno frizione’ permette di arrestare il trattore e successivamente di ripartire premendo il solo pedale del freno. Su strada invece, la funzione di salto marce consente di passare rapidamente in successione i rapporti in powershift garantendo la massima accelerazione, con la velocità massima di 50 km/h che si raggiunge a 1700 giri/min. La trazione poi è sempre ottimale grazie all’assale sospeso che gestisce automaticamente l’inserimento della doppia trazione e il bloccaggio dei differenziali in base alla velocità di avanzamento e all’angolo di sterzata.

L’impianto idraulico a circuito chiuso è costituito da una pompa a portata variabile con compensazione di pressione e portata da 150 l/min a pressione di 210 bar (la versione base prevede una pompa da 84 litri a cilindrata fissa) con fino a 4 valvole remote posteriori con regolazione di portata e temporizzazione, mentre la capacità dei sollevatori è di 7.864 chili sul posteriore e 3.100 chili sull’anteriore. L’inserimento della presa di forza, che funziona ai regimi di 540, 540E e 1.000 giri, avviene con un comando a pulsante push-pull con innesto elettroidraulico progressivo per evitare che gli attrezzi ad alta inerzia possano danneggiare la trasmissione.

La cabina. Design a 4 montanti e pochi comandi molto intuitivi

La cabina è un altro punto di forza del Maxxum. Sospesa su degli ammortizzatori a molle, offre un ambiente di lavoro confortevole e razionale, con tutti i comandi raggruppati sul bracciolo Multicontroller. Solo la leva per l’inserimento della presa di forza si trova in posizione arretrata sulla consolle di destra. La scaletta di accesso è ben protetta dai due serbatoi del gasolio (che può contenere 263 litri) e AdBlue (da 31 litri) e la struttura è a 4 montanti, con le ampie vetrate che consentono di avere una visuale ottimale du tutti e 4 i lati.

Il tergiscristallo montato in posizione ribassata deterge in maniera efficace una vasta porzione del vetro e il motorino non ostacola la vista. Il tettuccio inoltre è dotato di una botola trasperente molto utile in caso di utilizzo di un caricatore frontale. Anteriormente il campo visivo aumenta anche grazie all’assenza del cruscotto, che è sostituito da un display digitale integrato nel montante destro che illustra chiaramente le prestazioni del trattore.

La gestione di tutte le funzioni avviene invece tramite il monitor da a 12 pollici dell’AFS Pro, che è dotato di 15 GB di memoria, rivestimento anti-impronte di gitali, funzionalità multitasking e opzioni di connessione con un massimo di 4 ingressi telecamere. Posizionato strategicamente di fronte al bracciolo è predisposto per automatizzare le operazioni di fine campo, controllare le attrezzature ISObus e automatizzano completamente la gestione delle svolte a fondo campo. Poche leve, meno confusione In pratica sul bracciolo sono presenti solo la leva Multicontroller con la quale si comanda la trasmissione, il sollevatore e un distributore, il joystick per azionare il sollevatore anteriore, l’eventuale caricatore o un distributore idraulico ausiliario e le quattro levette elettroniche per i distributori.

In primo piano

Articoli correlati

Kubota M6-142, mettilo dove vuoi. La prova in campo

Per caratteristiche e dimensioni il nuovo utility di Kubota si inserisce nella fascia premium ma il prezzo resta accessibile. Tutto ruota attorno al ‘motorone’ da 6,1 litri inedito per i competitor di pari categoria

Valtra N 175 Direct, doppia personalità. La prova in campo

Un 4 cilindri che fa il lavoro di un 6 ma è più agile e versatile. Il Valtra N 175 Direct ha un’infinità di configurazioni possibili e la potenza necessaria per cimentarsi in qualsiasi applicazione. La quinta generazione aggiunge comfort e tecnologia