Che il caro-gasolio e dell’energia, combinato all’impennata dei costi delle commodities a livello globale, stia mettendo in ginocchio il settore dell’autotrasporto (per cui rappresenta una delle voci più onerose nelle finanze aziendali) e con esso la ripresa del Sistema Paese, è ormai sotto gli occhi di tutti, anche alla luce dell’aggravarsi della crisi ucraina. Ma che gli effetti si potessero riversare in maniera così pesante anche sulle aziende del settore primario, per cui proprio sul gasolio agricolo sono previsti costi più bassi, per quanto già ipotizzabile, non era così ovvio. Una situazione che ha sollevato la questione dei tariffari delle lavorazioni agromeccaniche, possibilmente da aggiustare al rialzo in base agli aumenti del gasolio.

Oggi, per fare il pieno di un trattore di grossa cilindrata, infatti, servono 600-700 euro con aumenti del 60-70% rispetto agli anni scorsi. Questo, almeno, è quello che è emerso dall’assemblea dei contoterzisti Apima (Associazione Provinciale delle Imprese di Meccanizzazione ed Agricole, parte di UNCAI, che ne ha dato notizia) di Cremona, appuntamento in cui è stato proprio il tema del caro-gasolio ad essere centrale e a scaldare gli animi. Durante l’assemblea, svoltasi presso il Palace Hotel cittadino, si è perlato anche di investimenti, assicurazioni e consulenza digitale alle aziende.

Caro-gasolio, gli aggiustamenti ai tariffari per Apima Cremona

“Forse dovremmo considerare nei listini solo il costo orario dell’operatore e l’usura del mezzo, e segnare il giorno della lavorazione per calcolare il prezzo del gasolio di quel giorno, quando si fatturerà a fine anno”, ha ipotizzato il presidente di Apima Cremona Clevio Demicheli, consapevole però che la sostenibilità economica dell’agricoltura oggi può arrivare solo dalle decisioni politiche del Governo Draghi. Che è già al lavoro, come i recenti tavoli aperti con le associazioni di categoria dell’autotrasporto, per ridurre l’impatto del caro-gasolio e del caro-energia sulle imprese italiane.

“Come Unione Nazionali contoterzisti abbiamo chiesto l’eliminazione delle accise che ancora gravano sul gasolio agricolo, l’abbassamento dell’Iva al 4% e un bonus lavorazioni agromeccaniche che copra i costi fuori controllo del carburante, ed evitare che si riversino sul prodotto finale, il cibo”.

I contoterzisti hanno stimato che, per ogni 10 centesimi di aumento del gasolio, la tariffa oraria dovrebbe aumentare di 1 euro e 20 centesimi per le lavorazioni leggere, di 3 euro per quelle medie e addirittura di 11 euro per quelle pesanti. “Aumenti che difficilmente potranno essere riversati sull’azienda agricola. Tanto più gli alti valori raggiunti dai cereali nelle borse merci internazionali significano ben poco per quelle aziende che destinano quel cereale non al mercato ma alla stalla”.

Le turbolenze nel settore agromeccanico

Il caro gasolio ha generato un vivace dibattito tra i soci Apima. C’è stato chi ha proposto di fermare i trattori e portarli in piazza e urlare “noi siamo i contoterzisti”, e c’è chi ha detto che in alcuni distributori non viene neppure più consegnato il gasolio, indizio che gli attuali aumenti sono il frutto di speculazione, insieme al fatto che da una settimana il prezzo del greggio al barile scende, ma cresce alla pompa.

Bocciata dai contoterzisti anche l’ipotesi di trasformare in gasolio agricolo agevolato in un credito di imposta: “Se ora anticipiamo il costo del gasolio necessario per far fronte alle lavorazioni dei primi mesi dell’anno, con il credito di imposta dovremmo anticipare la somma per tutta l’annata agraria, per recuperarla in un arco temporale troppo lungo”. E poi ancora: “Gli agricoltori chiedono sempre più specializzazione e investimenti a noi contoterzisti, gli aumenti di gasolio, ricambi, gomme, fertilizzanti, urea non possono mettere in discussione la collaborazione sempre più stretta tra agricoltori e agromeccanici”.

“Abbiamo toccato il fondo o anneghiamo o ci diamo una spinta per risalire”, ha concluso il presidente dell’Unione Nazionale Contoterzisti Aproniano Tassinari. “È il momento del colpo di reni, perché di aiuti non ne stanno arrivando. Dobbiamo darci da fare tutti insieme per salvare questa nostra agricoltura. Se poi abbiamo qualcuno che fa i buchi nella barca, lo buttiamo fuori, tappiamo i buchi e non facciamo salire più nessuno”.

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