Caro-energia, agricoltori e trattori nel centro di Torino per protestare
Il corteo degli addetti di settore, al seguito di mucche e macchinari agricoli, ha avuto luogo in concomitanza con la manifestazione indetta dalla Coldiretti
Nella giornata del 20 febbraio un migliaio di agricoltori, allevatori e pastori con trattori e animali al seguito, hanno invaso il centro di Torino dove in piazza Vittorio Veneto è stata organizzata la manifestazione della Coldiretti contro le speculazioni con i prezzi per le famiglie che corrono mentre i compensi riconosciuti ai lavoratori della campagna non riescono neanche a coprire i costi di produzione. Dal latte alla carne bovina e suina, dalla frutta alla verdura, l’intera produzione agricola è strozzata dai bassi prezzi e dai maggiori costi dovuti al caro-energia.
In piazza anche una stalla con bovini e molti giovani agricoltori preoccupati per il futuro con cartelli di protesta: “Il lavoro va pagato”, “Non ci ha fermato il Covid, ci provano gli speculatori”, “Il latte delle nostre mucche è la vostra colazione”. Stando infatti a quanto riportato dall’associazione, per poter pagare un caffè al bar gli allevatori italiani devono mungere tre litri di latte pagati solo qualche decina di centesimi alla stalla, ben al di sotto dei costi di produzione in forte aumento per i rincari di mangimi ed energia. Non va meglio per chi produce grano per il pane, pagato 31 centesimi al chilo o carne di maiale per i salumi a 1,4 euro al chilo.
Politiche UE e caro-energia: le richieste degli agricoltori per evitare la crisi
Gli agricoltori hanno anche contestato anche le politiche più restrittive che l’Unione Europa vorrebbe applicare al consumo di carne e salumi: si tratta di misure che arriverebbero proprio nel momento in cui il settore deve affrontare la difficile emergenza della peste suina nei cinghiali. Secondo la Coldiretti servono subito misure di contenimento, risarcimento dei danni e vigilanza nei confronti delle speculazioni a danno degli allevamenti nonostante l’infezione sia stata accertata solo nei cinghiali, dice la Coldiretti.
Con l’esplosione dei costi energetici quasi un agricoltore su tre (30%) è oggi costretto a ridurre la produzione di cibo, con una situazione insostenibile che mette a rischio le forniture alimentari e, con esse, la sovranità alimentare del Paese, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ diffusa nell’occasione. Nei documenti della piattaforma di mobilitazione della Coldiretti si legge tra l’altro la richiesta di sbloccare 1,2 miliardi per i contratti di filiera già stanziati nel Pnrr, incentivate le operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito delle imprese agricole a 25 anni attraverso la garanzia del 100% pubblica e gratuita di Ismea e fermate le speculazioni sui prezzi pagati degli agricoltori con un efficace applicazione del decreto sulle pratiche sleali.