L’Italia è stata investita da un’ondata di caldo anomala, con temperature medie ben al di sopra dei 35 gradi nelle principali città, con punte oltre i 40 gradi nella capitale (dove, tra oggi e domani, ci si aspetta il record storico di 43 gradi) e picchi di 45-47 gradi in Sardegna. Una situazione che è diventata insostenibile soprattutto per i lavoratori impegnati in attività all’aria aperta. Come, per l’appunto, gli agricoltori.

La canicola ‘infernale’ portata dall’anticiclone africano Caronte mette infatti in serio pericolo la salute, e talvolta la vita, di chi si ritrova a lavorare nei campi sotto a questo sole cocente. I primi a correre ai ripari sono stati i governatori delle Regioni che, tramite apposite ordinanze, al presentarsi di determinati condizioni climatiche hanno vietato di lavorare nelle fasce orarie più calde (tendenzialmente dalle 12.30 alle 16).

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Associazioni di categoria e sindacati, in campo contro il grande caldo

Ora al loro fianco si sono schierate anche le associazioni di categoria e le sigle sindacali. In Veneto, più precisamente a Verona, Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Cgil, Cisl e Uil hanno condiviso e sottoscritto uno specifico protocollo dedicato alla sicurezza degli agricoltori e dei braccianti, per far fronte al caldo estremo di questa settimana centrale di luglio, da bollino rosso.

Tra le misure previste dal protocollo spicca l’anticipazione dei turni di lavoro nelle giornate da bollino rosso prima delle sei di mattino o dopo le 22, per evitare le ore più pericolose. Inoltre è previsto anche un kit per i braccianti, composto da un cappello di paglia a tesa larga e una capiente borraccia per reidratarsi nei momenti più caldi della giornata.

Anche lo Spisal regionale (il Servizio Prevenzione Igiene Sicurezza Ambienti di Lavoro) ha stilato un dettagliato vademecum per gli agricoltori e i titolari di aziende agricole. Oltre alla flessibilità nella raccolta dei prodotti agricoli (quindi con lo spostamento degli orari di lavoro nelle fasce più fresche), l’ente ha rimarcato che occorre garantire zone ombreggiate, aree di ristoro e pause. Senza dimenticare, ovviamente, l’assunzione costante di acqua fresca. L’obiettivo resta sempre lo stesso: evitare malori, svenimenti e colpi di calore.

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