Con le elezioni politiche del 25 settembre alle porte e oltre 45 milioni di italiani aventi diritto di voto chiamati a scegliere la prossima coalizione che si insedierà al Governo, anche le associazioni di categoria si attivano per arrivare preparate all’insediamento dell’esecutivo, raggruppando tutte le proposte utili allo sviluppo dei settori lavorativi di riferimento. É il caso di CAI-Agromec (la Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani, che riunisce oltre 15.000 imprese agromeccaniche, attive su una superficie agricola utilizzata di oltre 6,4 milioni di ettari) che, proprio in occasione dell’appuntamento elettorale, ha incontrato numerosi candidati territoriali per presentare un elenco ragionato di proposte per lo sviluppo armonioso del settore dei contoterzisti alla luce delle sfide dei prossimi anni.

Un’attenzione particolare è focalizzata sulle nuove tecnologie, sulla meccanizzazione avanzata, sulla riduzione dell’impatto ambientale dell’attività agricola, sugli accordi di filiera inclusivi. Per CAI è infatti necessario fare un salto di qualità che permetta di guidare i cambiamenti epocali che si stanno evidenziando con una grande rapidità, come attestano i primi dati dell’ultimo censimento agricolo. Il tutto alla luce delle complicazioni che hanno caratterizzato le ultime annate agrarie, in particolare quella del 2022, forse la più complicata di tutte, tra rincari energetici, carenza di materie prime, siccità e alluvioni.

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Gli argomenti prioritari posti all’attenzione della politica riguardano sei temi fondamentali:

  1. definire il profilo giuridico dell’imprenditore agromeccanico in agricoltura per evitare difficoltà di accesso ad agevolazioni e norme specifiche
  2. istituire un albo nazionale degli agromeccanici che qualifichi le imprese e ne attesti la professionalità (come già hanno fatto Lombardia ed Emilia Romagna),
  3. includere a pieno titolo come beneficiarie le aziende agromeccaniche delle provvidenze comunitarie almeno sulla meccanizzazione e sull’innovazione,
  4. inserire definitivamente in tutti i progetti di filiera le imprese agromeccaniche, ove risulti  compatibile con le rispettive finalità;
  5. aumentare la concertazione con la rappresentanza di categoria per gli effetti benefici che le imprese agromeccaniche possono avere su ambiente, sviluppo sostenibile e integrazione della tecnologia applicata al miglioramento delle lavorazioni/coltivazioni/produzioni e quindi alla redditività;
  6. proroga al 2023 del credito d’imposta al 40% per le macchine/attrezzature 4.0, per non interrompere il processo di implementazione di tecnologia e innovazione al sistema agricolo.

“Gli agromeccanici stanno rivestendo un ruolo sempre più centrale nello sviluppo del mondo agricolo – sottolinea il presidente dei contoterzisti agricoli Gianni Dalla Bernardina – sia per la possibilità di razionalizzare le attività di coltivazione ma anche perché forniscono sempre più servizi avanzati, puntuali o fino ad arrivare alla gestione aziendale agricola nel suo complesso, che permettono una maggior sostenibilità alle imprese agricole e anche una maggior applicazione della tecnologia su larga scala, a beneficio del comparto e se si vuole anche della società civile tutta con maggiori possibilità di tracciabilità delle produzioni, miglioramento delle qualità intrinseche delle stesse e minor impatto dell’attività antropica sull’ambiente”.

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