CAI, ok alla linea del ministro Patuanelli sulla sostenibilità dei sistemi alimentari. Rimarcata centralità della meccanizzazione agricola
L'associazione di categoria è tornata a puntare i riflettori sul ruolo delle imprese di settore. Dalla Bernardina: "sostenere le imprese, ciascuna secondo le proprie attitudini".
“La Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani (CAI) sposa la linea a sostegno dell’innovazione rilanciata dal ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, nel recente summit G20 di Firenze, che ha portato alla stesura della Carta della sostenibilità dei sistemi alimentari. La transizione ecologica e gli obiettivi della food security si potranno raggiungere solamente grazie alla ricerca, alla digitalizzazione e all’introduzione di tecnologie sempre più attente a migliorare i processi di produzione, di gestione aziendale, per rispondere alle sfide dei cambiamenti climatici e di riduzione delle emissioni e degli sprechi”. Lo dice il presidente di Cai, Gianni Dalla Bernardina, che in una lettera al ministro delle Politiche agricole Patuanelli ha dato la disponibilità degli agromeccanici di avviare un percorso di innovazione a tutto campo.
CAI, ottimizzare risorse e affidare meccanizzazione agricola a imprese professionali
“Dobbiamo ottimizzare le risorse stanziate – prosegue Dalla Bernardina – con la consapevolezza che, con una dimensione poderale media di 8,6 ettari, l’innovazione di grandi macchine e mezzi agricole deve essere affidata in Italia alle imprese agromeccaniche, mentre l’impresa agricola deve essere sostenuta nell’adozione di modelli smart di gestione sostenibile, per il miglioramento dell’utilizzo di acqua, per la riduzione dell’impatto ambientale, per il monitoraggio del suolo e degli effetti del clima, per l’innalzamento della qualità dei processi e dei prodotti, per l’introduzione in azienda di soluzioni multifunzionali in grado di implementare il reddito”.
“La meccanizzazione agricola sia affidata, invece, ad un servizio di imprese agromeccaniche professionali – conclude il presidente Dalla Bernardina -. È un dato di fatto che gli agromeccanici consentono agli agricoltori di non dover investire su macchine destinate ad essere utilizzate in modo insufficiente, liberando risorse per migliorare l’efficienza in altri segmenti”.