Bristol, i cingolati inglesi degli anni ’30. La storia
L’inglese Bristol costruì interessanti piccoli cingolati per quasi quarant’anni, a partire dal 1932. Erano destinati all’orticoltura, ma ne furono create due versioni anche per il movimento terra
In Italia, nei primi anni 60 si cimentarono nel tentativo di entrare nel business agricolo marchi come Guzzi, Motom, MV Agusta e Piaggio. L’ imperativo era diversificare la produzione e il fenomeno si osservava in tutta Europa e anche nel resto del mondo, ma da quel che ci è dato sapere il precursore di questi esperimenti fu il costruttore Bristol Tractor Ltd of England.
La società iniziò nel 1930 a progettare piccoli trattori a cingoli destinati all’orticoltura e alle lavorazioni leggere. Un ottimo ingegnere, Walter Hill, riuscì a concepire un mezzo spinto da un motore motociclistico Douglas Motorcycles e inizialmente si occupò anche dell’assemblaggio del trattore.
Il motore era un due cilindri contrapposti orizzontalmente a benzina che erogava 10 cv, da qui il nome ‘Bristol 10’. Il trattorino, presentato nel 1932, andava bene e costava il giusto ma le vendite non decollarono e la Douglas abbandonò l’avventura. Nel 1933 la Bristol ricorse a un motore bicilindrico a V da 1.350 cc prodotto dalla Anzani, ma scaldava troppo e l’anno dopo venne sostituito da un Jowett a due cilindri orizzontali contrapposti da 780 cc, erogante anch’esso 10 cavalli.
Sempre nel 1934, la Bristol aveva difficoltà a pagare i motori, così la Jowett acquisì l’azienda e costruì il trattore fino al 1947 proponendolo anche con diverse motorizzazioni, un Coventry-Victor e un Austin. Nel 1947 il Bristol fu offerto anche in versione stretta e superstretta (modelli AF35 e AF 28). In quell’anno il Bristol 10 lasciò il posto al Bristol 20, più potente spinto da un propulsore da 22 cavalli, con un carro più lungo e numerosi miglioramenti tecnici. Nel 1952 arrivò il Bristol 22, poi nel 1955 il 25 e infine i Bristol D e PD con motore Diesel Perkins nel 1959.
Due anni dopo l’azienda passò nelle mani della Saunders Ltd che creò anche le versioni movimento terra, il Bristol Europa e il Bristol Taurus. Il Taurus veniva commercializzato anche dalla Marshall con la sigla di 1100. La stessa Marshall acquisì poi la Bristol che, come tanti altri piccoli costruttori, chiuse i battenti nel 1971. Oggi i minuscoli Bristol sono molto ambiti dai collezionisti che li riparano e li restaurano