Bonino, la sostenibile (e robusta) leggerezza strutturale
Bonino è un costruttore che ha completamente rivisto il concetto del carro falcia-autocaricante. Il marchio cuneese ha infatti modernizzato un concetto che sembrava superato portandolo verso la praticità dei carri miscelatori. Soprattutto nelle fasi di scarico in stalla. Alla base di tutto c’è una concezione che tiene conto delle esigenze di ogni fase del ciclo […]
Bonino è un costruttore che ha completamente rivisto il concetto del carro falcia-autocaricante. Il marchio cuneese ha infatti modernizzato un concetto che sembrava superato portandolo verso la praticità dei carri miscelatori. Soprattutto nelle fasi di scarico in stalla. Alla base di tutto c’è una concezione che tiene conto delle esigenze di ogni fase del ciclo produttivo. Dalla raccolta all’alimentazione in stalla. Ed è proprio la fase di raccolta che rappresenta un momento critico per chi si avventura in campo e deve rispettare al massimo sia il terreno, sia le erbe spontanee che animano i prati da cui si ricava il foraggio fresco. Si tratta di un concetto che porta l’agricoltore verso un modo meno invasivo, e più produttivo, di “fare agricoltura”.
La leggerezza nel DNA della Bonino
La leggerezza è il principale obiettivo delle macchine Bonino. Attenzione però a non confondere “leggerezza” con “debolezza”. La concezione strutturale dei carri progettati e costruiti dal marchio cuneese segue una logica, assolutamente avanzata e in antitesi alle “macchine muscolari” che è funzionale al proprio utilizzo. Profili di piccola sezione, utilizzati in modo appropriato secondo le linee di forza e disposti in modo corretto a voler formare un insieme elastico.
Delle vere e proprie piastre sottili con un comportamento strutturale molto efficiente. Non è infatti un caso che le saldature siano effettuate seguendo un preciso criterio distributivo che permette un’ottimizzazione complessiva di tutto la “gabbia strutturale”. Questa grande attenzione permette di avere macchine leggere ma robuste e flessibili. Esattamente come un aeroplano che, per il suo impiego, deve resistere a forti sollecitazioni ma, al contempo, deve puntare alla massima leggerezza.
Leggerezza premiante
Gli obiettivi sono molteplici: evitare la compattazione del terreno, non danneggiare l’equilibrio naturale del prato, poter operare anche in contesti difficili, come quelli montani, con minori rischi. Al contempo, però, unire la praticità dei carri miscelatori in fase di distribuzione del foraggio fresco in stalla grazie alla possibilità di avere la distribuzione con nastro sia verso destra che verso sinistra. I concetti sempre più attuali che stanno portando gli allevamenti verso elevati obiettivi qualitativi stanno facendo riscoprire macchine di questo tipo. Non è un caso che molti grandi costruttori si stiano cimentando nella costruzione di attrezzature di questo tipo. Ma spesso partendo da un concetto di base fortemente errato che vede macchine di grandi dimensioni e dal peso operativo eccessivo. Con un forte impatto negativo sul prato che, invece, dovrebbe essere una risorsa da preservare in modo attento.