Dalla Germania le proteste dei trattori sono arrivate anche in Italia. Dopo il caso dello scorso fine settimana nel palermitano, gli agricoltori sono scesi in piazza anche a Bologna lunedì 22 gennaio, tra le vie della città, alla guida dei loro trattori. Due i cortei, uno proveniente dai campi della provincia di Ferrara e uno da quelli di Modena. Dopo aver sfilato per la città si sono dati appuntamento a Piazza della Costituzione, praticamente davanti ai padiglioni del polo fieristico bolognese, lo stesso dove ogni due anni si svolge EIMA, una delle più grandi rassegne agrimeccaniche al mondo.

Le ragioni della protesta, seppur simili, non sono del tutto sovrapponibili a quelle tedesche. A differenza della Germania, infatti, in Italia attualmente le istituzioni non hanno ancora apertamente parlato di un taglio ai sussidi per il gasolio agricolo, al centro invece del malcontento in terra teutonica, dove la principale sigla agricola Dbv aveva indetto più di una settimana di mobilitazione generale in tutto il Paese, portando decine di migliaia di agricoltori a protestare.

Tematica, quella del gasolio agricolo, a cui comunque gli agricoltori e i trattoristi italiani sono sensibili, tanto da metterla comunque tra i punti salienti della giornata di protesta di oggi a Bologna. Al centro del malcontento, anche le politiche UE che favorirebbero la vendita di prodotti ritenuti non salubri e dannosi per i produttori locali, come la farina di insetti o la carne sintetica (al cui arrivo sul mercato però, il governo Meloni continua a rimanere fermamente contrario).

E ancora, le difficoltà economiche in cui il settore versa, dopo due anni complicati a causa dei rincari energetici del 2022 e degli eventi climatici estremi che sempre con maggiore frequenza hanno flagellato le campagne di tutta Italia, in particolar modo quelle dell’Emilia-Romagna, dove lo scorso maggio ha avuto luogo una violentissima alluvione. Ma le critiche sono rivolte, in particolar modo, alla mancanza di misure reali di sostegno, a fronte di un settore sempre più indebitato, che vede erosa la superficie coltivabile di mese in mese, con svendite di grandi appezzamenti di terreno alle grandi multinazionali dell’energia. Sono state spese parole critiche anche nei confronti delle rappresentanze sindacali e di categoria, accusate di non aver fatto abbastanza negli ultimi anni per evitare la situazione in cui gli agricoltori si trovano attualmente, con rese dimezzate e in forte debito verso i fornitori.

Dunque tra ingorghi e incolonnamenti, un lunedì nero per la viabilità di Bologna, tra l’altro già alle prese con le nuove normative che hanno visto scendere il limite di velocità per tutte le vie a 30 km/h. Primo caso in una grande città italiana, il nuovo limite non ha ancora finito di destare polemiche, in primis a partire dagli automobilisti, infuriati per il rischio multe, fino ad arrivare a quelle sollevate dal ministro dei trasporti e delle infrastrutture Matteo Salvini, critico nei confronti della giunta comunale.

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