Raffinatezza e potenza: due aggettivi che calzano a pennello per descrivere una delle razze equine più conosciute al mondo. Lo Shire, infatti, è da secoli uno degli animali più apprezzati per il traino, nonché elegante icona di purezza, quasi senza tempo. La stessa che un piccolo ma agguerrito produttore agrimeccanico ha scelto come simbolo (e nome): la Black Shire, nata nel 2020 a Vezza d’Alba, nel cuneese. Una realtà che nel settore si è già fatta un nome e che, proprio alle ultime fiere di settore, ha messo in bella mostra le sue soluzioni e i suoi prodotti.

Tra cui spicca il robot agricolo RC3075, un cingolato compatto adatto a numerose lavorazioni specializzate, tra cui la trinciatura, o le lavorazioni dell’interceppo. In sostanza, un portattrezzi multifunzione, che ha attirato l’attenzione di un produttore di primo piano come Volentieri Pellenc, che lo ha messo nella sua scuderia e attualmente lo commercializza nel nostro Paese.

Black Shire RC3075, tradizione Kubota

Tradizione Kubota Con un peso di 3.650 chili, il Black Shire RC3075 monta un 3.000 cc Kubota Stage V in grado di sprigionare 75 cv di potenza. Un sistema propulsivo che non necessita di AdBlue ed è in grado di generare anche energia elettrica (780 v) per l’alimentazione della pressione idraulica degli innesti dedicati all’agganciamento delle attrezzature.

Il serbatoio del gasolio è di 85 litri, mentre il consumo orario, in base a quando dichiarato dal produttore, si attesta intorno ai 6 litri all’ora: il che, tradotto, significa che con un pieno, il robot è in grado di lavorare oltre 14 ore senza rifornimenti. Il serbatoio dell’olio, invece, è di 54 litri. Come optional è disponibile anche un ulteriore serbatoio per l’olio di raffreddamento. Il Black Shire è in grado di lavorare in due modalità: in ‘pressione’, quindi con la gestione automatica della pressione in base all’andamento del terreno.

Si tratta di una modalità particolarmente utile con l’utilizzo di trinciatori e coltivatori. Oppure tramite una ‘posizione’ che rimarrà fissa durante il lavoro mediante le regolazioni dei pistoni col telecomando. Anche i due sollevatori, infatti, possono operare in pressione e/o in posizione, tramite encoder e pressostati. Il circuito idraulico del sollevatore anteriore porta in dote valvole di blocco pilotate di sicurezza, mentre quello posteriore ruota su un perno e, grazie alla presenza di due cilindri basculanti, è in grado di adattarsi per favorire le manovre in capezzagna.

Lo chassis del robot è un monoblocco interamente realizzato con un unico corpo di ghisa sferoidale, materiale che garantisce elevata resistenza alla trazione, un’ottima capacità di deformabilità (utile per evitare il punto di rottura nelle fasi operative più dure) e un alto coefficiente di attrito (grazie alla bassa autolubrificazione della grafite presente nel materiale). Sia lo chassis che il carter che contiene gli elementi elettronici del macchinario sono realizzati direttamente in-house da Black Shire, con saldature a laser.

Idraulica: tanta funzionalità

L’RC3075 si avvale di due pompe: una da 60 litri per i movimenti lineari della macchina, e una a ingranaggi a bassa pressione per il raffreddamento delle componenti. Sia la pressione di raffreddamento che dell’impianto idraulico di potenza sono comodamente controllabili dall’app o, sul campo, sui due manometri posizionati vicino al quadro d’accensione del mezzo. Il mezzo, dotato di un carro flottante, ha pale cingolate compatte che riescono a garantire una trazione eccellente su qualunque terreno, grazie all’anima in ferro del cingolo e al design a gradini autopulenti e una tecnologia di vulcanizzazione singola sulla mescola dello pneumatico, che uniforma l’usura, aumentandone la vita utile. Poi, i fermi macchina inaspettati del robot, che possono avere effetti negativi sul terreno e sulle colture, sono stati ridotti dall’introduzione di cavi in acciaio ad alta resistenza sulla struttura del cingolo.

Completa il quadro il sistema di tensionamento automatico dei cingoli, gestito dai pistoni integrati nel blocco in ghisa (ma anche manualmente tramite joystick). Le sospensioni, dal canto loro, presentano due modalità: quella normale, in cui lavorano in pressione o in posizione rigida; e quella intelligente che consente l’alleggerimento dalla massa sul cingolo interno in fase di manovra. Il mezzo può operare su pendenze verticali fino al 65 per cento e laterali fino al 50. Da remoto e non L’RC3075 è un mezzo autonomo ma, all’occorrenza, può essere controllato anche da remoto tramite l’ausilio di un joystick con schermo, sviluppato internamente dalla stessa Black Shire.

La trazione dell’RC3075 è garantita su qualunque terreno, grazie all’anima in ferro del cingolo e al design a gradini autopulenti e una tecnologia di vulcanizzazione singola sulla mescola dello pneumatico, che uniforma l’usura

I blocchi di cui è composto sono due: uno in basso, con una placca di plastica grigia, su cui sono presenti i pulsanti e i cursori con cui è possibile gestire i movimenti della macchina e le sue funzioni, comprese quelle legate ai sollevatori anteriori e posteriori. In alto, invece, si trova il monitor touchscreen da 13’’, con cui gli operatori possono regolare e visualizzare i parametri di lavoro del trattore e gestire le funzionalità di mappatura. Interessante la possibilità di gestire più macchine in contemporanea, grazie a un pratico sistema che permette di passare con facilità da un robot all’altro.

Oltre al telecomando, l’RC3075 può essere controllato anche tramite l’app per smartphone, appositamente sviluppata da Black Shire. Da entrambi gli strumenti di controllo è possibile monitorare in tempo reale lo stato e la diagnostica del trattore, attraverso pratiche notifiche che allertano gli operatori sugli eventuali problemi del mezzo. Lato sicurezza, i progettisti hanno inserito un radar in grado di rilevare corpi estranei nel raggio di nove metri e bumpers per il blocco del mezzo.

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