Bilancia commerciale UE: l’Europa azzera il gap a livello agricolo
Mentre Trump impazza nella sua guerra commerciale alla Cina (tra le altre cose, AEM, l’associazione che riunisce i produttori di macchinario agricolo USA, ha scritto alla Casa Bianca una lettera aperta sollecitando uno stop immediato all’escalation dei dazi), l’Europa continua la sua fase di crescita nel trading mondiale delle produzioni agricole. Eurostat ci dice che nel […]
Mentre Trump impazza nella sua guerra commerciale alla Cina (tra le altre cose, AEM, l’associazione che riunisce i produttori di macchinario agricolo USA, ha scritto alla Casa Bianca una lettera aperta sollecitando uno stop immediato all’escalation dei dazi), l’Europa continua la sua fase di crescita nel trading mondiale delle produzioni agricole. Eurostat ci dice che nel 2018 i Paesi dell’Unione hanno esportato verso i mercati extra Ue per 137 miliardi di euro rispetto a 138 miliardi di import.
Nel complesso, il flusso import/export ha movimentato merci per 275 miliardi di euro, un valore record. Tra il 2002 e il 2017 la bilancia commerciale agricola è stata costantemente in passivo, se pure con volumi di scambio ampiamente inferiori rispetto agli attuali e con la sola eccezione del quasi pareggio nel 2013-2014. Per questo i risultati dello scorso anno sono da considerare ampiamente positivi.
Bilancia commerciali UE, tra quantità e qualità c’è di mezzo il mare
Interessante è la differenza dei due panieri di beni esportati e importati. Nel primo caso i ‘prodotti animali’ (che considerano anche pesca e acquacoltura) pesano sulla fattura globale per il 20 per cento. Seguono, con il 32 per cento, i ‘derivati’ come zucchero, tabacco, bevande, foraggio. La parte più consistente è assicurata dai ‘prodotti vegetali’ con il 48 per cento.
I rapporti cambiano alla voce importazioni. Rispettivamente: 21, 22 e 57 per cento. In volume, l’Europa ha esportato poco meno di 100 milioni di tonnellate e ha importato 151 milioni di tonnellate. Dunque il valore delle merci in partenza dalla UE è mediamente superiore rispetto a quello delle derrate in arrivo: 1,4 euro per chilogrammo versus 0,91.