C’è una new entry nel campo dei robot agricoli. E, a giudicare dai suoi numeri, si tratta di una novità che potrebbe apportare tanti miglioramenti al comparto. Svelato in anteprima assoluta nel contesto di Fieragricola Tech, la rassegna veronese dedicata alle innovazioni (spin-off di Fieragricola), è in sostanza un porta attrezzi autonomo di nuova concezione. Il suo nome? Emblematico: Atomatika. A presentarlo i progettisti di Agricobots, realtà pugliese di Montemesola, nel tarantino, ma con sede amministrativa a Rho (MI). Una realtà che, già qualche anno fa, si era già fatta conoscere per l’atomizzatore autonomo Elettra ST-2045.

Ma torniamo a Atomatika: nel concreto, si tratta un robot agricolo multiattrezzo cingolato e autonomo (ma controllabile da remoto), pensato per operare in frutteti e vigneti impegnativi. Completamente Made in Italy è infatti ideale per operare su terreni complessi, con pendenze fino al 70%. Inoltre, portando in dote un attacco a tre punti in categoria 2, è compatibile con una vasta gamma di attrezzi agricoli già in uso presso la maggior parte delle aziende agricole, eliminando la necessità di costosi aggiornamenti.

Il tutto tenendo bene a mente il periodo di transizione che l’agricoltura moderna sta vivendo e che i progettisti non hanno esitato a definire come ‘fase 5.0’, in cui a giocare un ruolo cruciale saranno robotica, IA insieme alla realtà aumentata (a differenza di sistemi IoT e sensoristica a supporto delle decisioni tipica dell’attuale ‘fase 4.0’).

Atomatika, senza paura anche sui terreni più complessi

Lungo 3.378 mm e largo 1.600 mm, ha un carico a vuoto di 2400 kg. La trasmissione è idrostatica ed è in grado di far raggiungere al robot agricolo velocità comprese tra 0 e 7 km/h. Nonostante la mole, il mezzo autonomo di Agricobots è in grado di lavorare su terreni, come si accennava, con pendenze e inclinazione laterale fino al 70%. Caratteristiche performanti, che lo rendono un port attrezzi ideale per lavorare anche in collina e montagna, degno rappresentate di quell’agricoltura eroica che caratterizza tanti territori enogastronomici italiani.

Tra l’altro il robot esposto a Fieragricola Tech era dotato di un pianale scarrabile per far adeguare il mezzo a differenti condizioni operative. Grande flessibilità, dunque, rimarcata dalla presenza di un atomizzatore opzionale da 800 litri per i trattamenti fitosanitari. Ma, in realtà, sono tante le operazioni che Atomatika può compiere: dalla lavorazione del terreno e alla trinciatura. E non solo.

Il robot agricolo di Agricobots è spinto da un motore diesel Perkins a 4 cilindri da 2,2 litri turbocompresso con una potenza di 55Kw (75 cv). Raffreddato a liquido è in grado di erogare una coppia briosa di 270 Nm già a 1800 giri/min. La capacità del serbatoio di carburante è di 60 litri, mentre quello dell’olio per l’idraulica può arrivare fino a 75 litri. L’impianto elettrico ha una tensione di funzionamento di 12 Vcc. Il robot agricolo è controllabile tramite un apparecchio Scanreco con una radio frequenza di lavoro di 2,4 Ghz, e un raggio d’azione fino 150 m.

All’insegna dell’automazione

Il sistema di guida autonoma è il Modello KAS (Kinetic Autopilot System), con auto-mappatura e VRT. Di fabbrica è presente anche il tablet touchscreen da campo con schermo 10”, Geolocalizzazione satellitare della macchina da remoto tramite piattaforma su cloud e il sistema Agricobots con supporto remoto esteso in telediagnosi per abilitazione agricoltura 5.0. Da non sottovalutare, poi, la compatibilità con attrezzi aggiuntivi equipaggiabili alla presa di forza idraulica, che ampia a dismisura i possibili campi applicativi del mezzo

L’intento del robot Atomatika è anche quello di andare a ridurre i rischi operativi a cui, di solito, gli agricoltori sono esposti in campo, riducendo quindi l’esposizione ai rumori, alle vibrazioni e gli agenti chimici. Agricobots, poi, intende anche ridurre l’impatto sul suolo al suolo del mezzo, grazie all’installazione di cingoli larghi alla distribuzione uniforme del peso. Il tutto senza dimenticare il miglioramento dell’efficienza energetica del robot, con consumi ottimizzati per garantire prestazioni elevate con un impatto ambientale ridotto.

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