Nel DL Agricoltura di recente approvazione non ci sono più tracce in merito alla proroga per l’entrata in vigore dell’obbligo di assicurazione per i trattori parcheggiati in aree private. A lanciare l’allarme è Federacma (la sigla che riunisce le associazioni dei rivenditori di macchine agricole) che, in una nota, ha rimarcato che la proroga al 30 giugno dell’obbligo di assicurazione per il cosiddetto ‘rischio statico’ dei mezzi agricoli (parcheggiati e sostanzialmente inutilizzati dagli agricoltori) non è stata rinnovata.

L’obbligo di assicurazione era entrato in vigore lo scorso dicembre 2023 con l’approvazione del decreto legislativo del Ministero dei Trasporti, che recepiva la Direttiva europea 2118 del 2021. Le sigle e il mondo associativo di settore si erano subito attivati per correre ai ripari e fare chiarezza su una misura che avrebbe preso in contropiede agricoltori e contoterzisti. Alla proroga dell’entrata in vigore della misura (come accennato, al 30 giugno 2024), era seguita la richiesta al Ministero dei Trasporti di convocare i soggetti interessati (associazioni agricole, rivenditori) e ANIA, l’associazione che raggruppa le imprese assicuratrici, per comprendere come poter adempiere alle nuova indicazione comunitaria.

Federacma, l’appello al MIT per la questione dell’assicurazione

Ma ad oggi, nonostante “l’inesistenza di adeguati e idonei strumenti assicurativi e la presenza di diverse complicazioni di tipo tecnico”, nulla è stato fatto per sopperire a questa confusione legislativa. “Ci ritroviamo obbligati a dover rispettare una norma senza avere gli strumenti per farlo”, tuona Andrea Borio, presidente Federacma. “Forti anche delle dichiarazioni del Sottosegretario all’Agricoltura, La Pietra, eravamo pronti a plaudire all’approvazione dell’emendamento dei senatori De Carlo e Bergesio: li ringraziamo comunque per l’impegno seppur non sia ancora chiaro cosa abbia portato al ritiro del testo” all’interno dell’ultima versione del DL Agricoltura.

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“Ora, però per circa 100mila mezzi tra trattori, rimorchi e macchine operatrici presenti nei piazzali dei rivenditori è il caos”, avverte Federacma. “Da un lato abbiamo un obbligo normativo da rispettare, su cui lo Stato comprendiamo non possa soprassedere essendo di derivazione comunitaria e ci esporrebbe all’avvio di una procedura d’infrazione”.

“Dall’altro, però le assicurazioni non sanno quale prodotto applicare, rendendo di fatto impossibile assicurarci. Una situazione che chiediamo di chiarire al Ministero dei Trasporti da sei mesi, auspicando una convocazione ad un tavolo di lavoro che possa coinvolgere gli stakeholder e giungere ad una soluzione condivisa, il meno vessatoria possibile per i rivenditori”.

“Facciamo appello a tutte le forze politiche e alle associazioni degli agricoltori, dato che l’obbligo riguarda anche tutti i trattori non assicurati che operano nelle imprese agricole e non circolano per strada. È necessario giungere quanto prima a una risoluzione della questione”.

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