Proprio in queste ora sta proseguendo al Senato la discussione sul disegno di legge in materia di sicurezza stradale che modificherà e aggiornerà il Codice della Strada. Tra le tante misure per la mobilità civile – dagli alcol test più severi ai nuovi limiti di velocità – si aggiungono anche quelle che riguardano direttamente il mondo agricolo, con l’assicurazione per il cosiddetto ‘rischio statico’ che, di fatto, ha esteso l’obbligo assicurativo a tutti a trattori e ai mezzi agricoli, anche a quelli inutilizzati e parcheggiati da anni (o decenni) all’interno delle rimesse aziendali in aree private.

Il mancato rinnovo della proroga per l’entrata in vigore di questa misura (lo scorso 30 giugno), ha sollevato tantissime perplessità all’interno di un settore che, attualmente, è ancora impreparato a recepire questa norma, anche a causa della mancanza di strumenti assicurativi adeguati per i trattori. Tante sigle si sono attivate per porre rimedio a una situazione che sta sfuggendo di mano. Tra queste Uncai, l’Unione Nazionale Contoterzisti Agromeccanici e Industriali. “Forse è l’ultima occasione per rinviare l’obbligo assicurativo per i veicoli agricoli situati in aree private, in vigore da luglio, e avviare i necessari approfondimenti tecnici”, afferma il presidente di Uncai Aproniano Tassinari.

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Come puntualizzato da Uncai in una nota, i mezzi agricoli che circolano su strada sono sempre stati assicurati per la responsabilità civile verso terzi. Tuttavia, la direttiva comunitaria 2021/2118 ha esteso l’obbligo di RC Auto anche ai veicoli che sono custoditi o circolano solo in aree private, come un’azienda agricola o il piazzale di un rivenditore. Questo obbligo include quindi anche i trattori agricoli usati solo per le lavorazioni sui fondi rustici, come sono, ad esempio, i lavori in trincea.

“In questi casi, dovrebbe bastare una polizza di rischio di esercizio e operatività, non di responsabilità civile, vista la bassissima incidenza di danni a terzi”, sottolinea il presidente della sigla che riunisce i contoterzisti. Come ribadito da Uncai, un segnale forte e chiaro era arrivato dal mondo agricolo lo scorso 5 settembre, quando si è unito – al tavolo convocato da Federacma avevano partecipato praticamente tutte le sigle agricole, dei contoterzisti e dei concessionari – per sollevare con un’unica voce la questione e portarla all’attenzione dei ministri Matteo Salvini (Trasporti), Adolfo Urso (Imprese) e Francesco Lollobrigida (Agricoltura).

L’appello di Uncai per l’obbligo assicurativo dei trattori

In quel documento, Uncai, CIA Agricoltori Italiani, Confagricoltura, CAI Agromec, Copagri insieme alla capofila Federacma (Federazione Confcommercio delle associazioni nazionali dei rivenditori di macchine agricole), avevano chiesto di posticipare l’entrata in vigore dell’obbligo europeo, in attesa di un confronto tecnico per risolvere la questione, vista l’assenza di idonei strumenti assicurativi. Ma l’appello, come ribadito dalla stessa Federacma qualche settimana fa, era caduto nel vuoto, con l’obbligo assicurativo che continuava a permanere.

Tra l’altro, rappresentanti della maggioranza di governo e dell’opposizione avevano presentato cinque emendamenti al ddl di modifica del Codice della Strada. Tuttavia, tutti sono stati successivamente ritirati. “La richiesta resta quindi immutata: posticipare la norma e convocare un tavolo ministeriale tra rappresentanti della filiera agricola e ANIA, l’associazione che raggruppa le imprese assicuratrici, per comprendere come adempiere alla nuova disposizione comunitaria”, conclude il presidente Tassinari.

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