Sul fronte dell’assicurazione trattori qualcosa si muove. Le sigle di settore avevano lanciato l’allarme la scorsa settimana poiché all’interno dell’ultimo DL Agricoltura erano scomparsi gli emendamenti con cui si intendeva prorogare l’entrata in vigore dell’obbligo di assicurazione (prima al 30 giugno 2024) anche per quei trattori che, parcheggiati all’interno delle rimesse, non sono più utilizzati. Mezzi agricoli per cui, a causa del ‘rischio statico’, era comunque stato previsto l’obbligo assicurativo come indicato dal decreto legislativo del Ministero dei Trasporti, che recepiva la Direttiva europea 2118 del 2021.

In base a quanto riportato da Federacma, la questione dell’obbligo di assicurazione dei trattori in aree private è tornata al centro del dibattito parlamentare poiché praticamente tutto il settore non è ancora pronto a recepire e mettere in pratica una norma di questo tipo (per cui, tra l’altro, mancano ancora strumenti assicurativi adeguati). La sigla ha fatto sapere che sono stati depositati in commissione Trasporti in Senato cinque emendamenti sull’argomento al disegno di legge sugli “Interventi in materia di sicurezza stradale e delega al Governo per la revisione del Codice della Strada”.

L’obiettivo resta sempre lo stesso: posticipare l’obbligo entrato in vigore lo scorso primo luglio, dopo lo slittamento ottenuto con il Dl Milleproroghe. Ma non solo. La sigla punta più in alto, perfino a paventare l’esclusione dei mezzi agricoli dall’obbligo assicurativo qualora non si dovessero trovare a operare su strada.

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“Ringraziamo i senatori Maria Nocco ed Etelwardo Sigismondidi Fratelli d’Italia che puntano a posticipare l’obbligo a fine anno nonché la senatrice Silvia Fregolent di Italia Viva e i senatori del Partito Democratico Franceschelli, Martella, Giacobbe, Fina, Basso e Irto per gli emendamenti che mirano sia a posticipare il tutto a giugno 2025 sia ad escludere completamente i mezzi agricoli”, ha esordito Andrea Borio, presidente Federacma, Federazione Confcommercio delle associazioni nazionali dei rivenditori di macchine agricole e da giardinaggio. Il presidente, nel suo intervento, ha sollevato la questione sin dai primi giorni dell’entrata in vigore del Decreto Legislativo sul rischio statico a fine 2023.

Riteniamo queste proposte emendative un importante segnale di attenzione da parte del Parlamento ad una problematica che interessa sia tutti i dealer, ovvero almeno 100mila mezzi tra nuovi e usati, sia tantissimi agricoltori sull’intero territorio nazionale, ovvero oltre un milione di mezzi.

“Agli stessi senatori – prosegue Borio – chiediamo di proseguire l’interessamento invitando il Ministero dei Trasporti, da noi più volte sollecitato, a convocare le associazioni agricole e i rivenditori con Ania, l’associazione che raggruppa le imprese assicuratrici, per comprendere come poter adempiere alla nuova disposizione comunitaria, stante l’inesistenza di adeguati e idonei strumenti assicurativi e la presenza di diverse complicazioni di tipo tecnico. Continueremo intanto a cercare una soluzione condivisa e cercheremo, a questo punto, anche un intervento dell’IVASS, l’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni”.

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