Non per arare, ma per sfondare: è stato utilizzato in questo modo un trattore da una banda di malviventi nell’aretino. Come un vero e proprio ariete, per abbattere i cancelli e i portoni di un’azienda orafa di Ponticina (in provincia di Arezzo), nella notte tra martedì 12 e mercoledì 13 settembre. Un colpo plateale, organizzato nei minimi dettagli ma che, per fortuna, non ha dato i risultati sperati, grazie all’intervento di vigilantes e carabinieri.

In base a quanto riportato dai titolari dopo aver visionato le telecamere di sicurezza, i malviventi che hanno tentato il colpo nella azienda specializzata nella lavorazione di metalli erano quattro. E a giudicare dalla rapidità con cui sono riusciti ad entrare nel piazzale dello stabilimento, avevano pianificato ogni movimento con largo anticipo. Dopo aver disseminato di chiodi le strade limitrofe all’impianto produttivo per rallentare l’arrivo di guardie giurate e forze dell’ordine, i malviventi hanno usato un potente trattore (probabilmente rubato), dotato di zavorra frontale, per sfondare le cancellate esterne.

Dopo essere arrivati nei piazzali interni, si sono diretti dove pensavano potesse trovarsi il deposito dell’azienda, carico di materie prime e di gioielli lavorati. Oggetti preziosi, protetti da un portone rinforzato di sei metri e un’altra cancellata di tre metri. Nonostante i ripetuti tentativi di sfondamento, i malviventi sono riusciti ad aprire soltanto un piccolo pertugio, dal quale alcuni di loro sono entrati per prelevare la refurtiva.

Ma sono riusciti a restare dentro soltanto per pochi minuti. Il sistema di allarme, infatti, aveva già allertato vigilantes e forze dell’ordine, che si stavano quindi dirigendo tempestivamente sul posto per bloccare la rapina. Accortisi di aver ormai allertato i carabinieri, i quattro della banda si sono dati alla fuga, fortunatamente con un bottino misero, consistente in pochi grammi di ottone. Zero gioielli e zero grammi del più prezioso oro.

“Non ci fermiamo”. Così ha commentato il titolare dell’azienda Giuliano Chini. “Migliaia di euro di danni ma andiamo avanti. Un grazie alle forze dell’ordine. Quando subiamo un furto la nostra grande preoccupazione, oltre ai danni, è legata alle persone che lavorano con noi, circa una settantina”. Il rischio, ora, potrebbe essere quello di dover incappare in un rallentamento delle attività a causa dei danni subiti.

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