Fino 100mila euro di aggravi sui conti degli allevamenti italiani: quella tratteggiata dalla Coldiretti sul comparto zootecnico italiano è una vera e propria stangata, causata dal combinato disposto di rincari energetici in conseguenza degli stravolgimenti sulle linee di fornitura per la crisi ucraina e dalla siccità dilagante, che ha letteralmente bruciato il foraggio per gli animali, raccolto con grande difficoltà dagli operatori sia per le condizioni dei campi (con rese minori per la mancanza d’acqua), sia per la canicola di giugno, il mese più caldo di sempre.

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Ed è proprio per la presenza di queste difficoltà che la Coldiretti non ha potuto che plaudire alla firma da parte del Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli del decreto da 80 milioni di euro per le filiere zootecniche, che si affiancava allo stanziamento di 144 mln € di aiuti straordinari per il settore. Si tratta, a conti fatti, di un provvedimento fortemente voluto dalla stessa sigla per sostenere le imprese colpite dall’aumento dei costi delle materie prime, dal caro energia e dalle conseguenze dirette e indirette del conflitto in Ucraina. “Ringraziamo il Ministro Patuanelli e le Regioni – ha dichiarato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – per l’azione congiunta a favore di un settore che vale 17,3 miliardi di euro e rappresenta il 35 per cento dell’intera agricoltura nazionale, con un impatto rilevante anche dal punto di vista occupazionale dove sono circa 800mila le persone al lavoro”.

A causa del rialzo delle quotazioni delle principali materie prime quali soia, mais e cereali anche a causa dell’attuale crisi Ucraina – spiega Coldiretti – il prezzo dei mangimi che è praticamente raddoppiato (+90%). Il risultato è che quasi un allevamento su dieci è a serio rischio di chiusura, secondo un’analisi Coldiretti su dati Crea. “Quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado”, ha poi concluso il presidente Prandini.

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