La misura “Parco Agrisolare” voluta fortemente dal MiPAAF e dedicata al potenziamento del fotovoltaico in agricoltura (tramite l’installazione di impianti sui locali aziendali già esistenti) è entrata ufficialmente nel vivo. Sul sito del ministero è stato infatti pubblicato l’Avviso recante le modalità di presentazione delle domande di accesso alla realizzazione di impianti fotovoltaici da installare su edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale, in linea con le direttive fornite nel decreto firmato dal Ministro Stefano Patuanelli, a cui sono destinati 1,5 miliardi di euro. Il portale del MiPAAF, contenente tutte le informazioni utili per accedere agli incentivi, è disponibile a questo indirizzo.

Parco agrisolare, una misura nel solco del PNRR. Ma non mancano le critiche sulla tassazione

La misura è inserita nella missione “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, componente “Economia circolare e agricoltura sostenibile”, ed è finalizzata a sostenere gli investimenti nelle strutture produttive del settore agricolo, zootecnico e agroindustriale al fine di rimuovere e smaltire i tetti esistenti e costruire nuovi tetti isolati, creare sistemi automatizzati di ventilazione e/o di raffreddamento e installare pannelli solari e sistemi di gestione intelligente dei flussi e degli accumulatori. Obiettivo finale della misura è quello di promuovere l’installazione di pannelli fotovoltaici con una nuova capacità di generazione di 375.000 Kw da energia solare.

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Tuttavia, nonostante le aziende pienamente eleggibili all’incentivo in base ai criteri siano oltre 5.000 (a fronte di una platea potenziale di 599.736 aziende agricole), non sono state poche le polemiche che, a causa della decisione di tassare anche gli extra-profitti derivanti dalla produzione di energie elettrica da impianti fotovoltaici, hanno infiammato il settore. A partire da quanto detto da Uncai proprio in merito alla decisione del Governo, che rischia di minare i passi in avanti da un settore che tuttora sta subendo le conseguenze della crisi energetica e della siccità.

Ecco come sono ripartite le risorse

A parte le critiche, le risorse sono comunque destinate alla realizzazione di interventi nel settore della produzione agricola primaria per una quota pari a 1,2 miliardi di euro, mentre due quote di 150 milioni di euro sono destinate rispettivamente alla realizzazione di interventi nel settore della trasformazione di prodotti agricoli in agricoli e alla realizzazione di interventi nel settore della trasformazione di prodotti agricoli in non agricoli. Un importo pari almeno al 40% delle risorse complessive è destinato al finanziamento di progetti da realizzare nelle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Le domande di accesso agli incentivi dovranno essere presentate attraverso il portale messo a disposizione dal Gestore dei Servizi Energetici S.p.A. accessibile dall’Area clienti. Il caricamento delle proposte sarà possibile dalle ore 12:00 del 27 settembre fino alle ore 12:00 del 27 ottobre 2022. Le agevolazioni verranno concesse mediante una procedura a sportello sino ad esaurimento delle risorse disponibili.

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