Agricoltura, UE sempre più vicina a marcia indietro su norme per fitosanitari e pesticidi
Mentre il malcontento della maggior parte degli Stati membri sulla norma inizia a farsi palpabile, dall'UE arrivano le prime aperture. Sinkevicius: “un target di riduzione del 50% nell’uso dei pesticidi entro il 2030 in effetti è alto e ci sono ampie differenze tra gli stati"
Di fronte al malumore di numerosi stati membri nei confronti delle nuove norme sulla riduzione dell’utilizzo di prodotti fitosanitari e di pesticidi in agricoltura, da Bruxelles arrivano i primi segnali di apertura, di quella che potrebbe rivelarsi una vera e propria marcia indietro. La norma prevede particolari percentuali target di riduzione da portare a termine, diversificati in base ai singoli stati membri. Per esempio all’Italia, uno dei Paesi su cui si sono riversate le misure più severe, era stata prevista una riduzione del 62% dell’uso e del rischio di fitosanitari chimici e del 54% per le sostanze attive pericolose.
L’agricoltura degli Stati membri protesta contro le nuove norme. Aperture da Bruxelles
Si tratta di riduzioni draconiane a cui, inevitabilmente, sarebbero conseguiti gravi cali produttivi (in Italia la Coldiretti aveva stimato un calo produttivo del 30% in pochi anni), in tutti i segmenti del settore primario. Tanto da spingere quasi una ventina di Stati membri, già lo scorso settembre, ad alzare la voce nel corso del Consiglio dei ministri agricoli UE, e unirsi nel cosiddetto “fronte salva raccolti”.
Posizioni che, poi, sono state ribadite anche negli ultimi incontri comunitari e, per quanto riguarda l’Italia, ribadite con forza anche dal nuove esecutivo. “E’ naturale che gli Stati membri siano preoccupati dalla proposta UE sul taglio dei pesticidi, anche a causa delle conseguenze dell’invasione russa dell’Ucraina”, ha detto il commissario UE all’Ambiente Virginijus Sinkevicius. “Un target di riduzione del 50% nell’uso dei pesticidi entro il 2030 in effetti è alto e ci sono ampie differenze tra gli Stati membri quanto a uso per ettaro” delle sostanze chimiche.
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Come sottolineato anche dalla sigla dei contoterzisti Uncai, una ventina di Paesi UE, tra cui l’Italia, ha chiesto di avere dati supplementari sull’impatto della proposta di regolamento UE sull’uso sostenibile dei pesticidi. La richiesta potrebbe essere messa ai voti al Consiglio Agricoltura e pesca e, qualora dovesse essere approvata, potrebbe rallentare l’iter normativo per l’approvazione della norma. Ma potrebbe portare anche a dei notevoli cambiamenti. Secondo Sinkevicius, “la questione non dovrebbe essere affrontata politicamente ma oggettivamente. Un possibile compromesso potrebbe assicurare che quelli che sono a livelli molto alti diminuiscano per avere una situazione più equa nei diversi Paesi”.
“Bisogna aprire una riflessione seria e implementare la ricerca”, ha commentato il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida durante una pausa del consiglio Agrifish di Bruxelles. Questo affinché “alla diminuzione dei pesticidi corrisponda un’azione per sostituirli. Bisogna contemperare due esigenze, quella del rispetto dell’ambiente e quella della produzione”, con scelte “efficaci contro le malattie delle piante che altrimenti emetteranno in ginocchio il nostro sistema produttivo e ci vedranno costretti ad acquistare beni primari da paesi terzi”.