Gli effetti della guerra in Ucraina prima e della perdurante siccità poi, continuano a riversarsi con particolare intensità sull’agricoltura italiana. Come se non fossero bastati i continui appelli degli stessi agricoltori, seguiti a ruota dai proclami delle associazioni di categoria, ora arrivano anche i numeri, nudi e crudi, che testimoniano un momento difficile per tutto il settore.

In base a quanto riportato dalla Coldiretti, gli acquisti di trattori nelle campagne italiane sono infatti calati del -14% (un anticipo lo aveva già dato Federunacoma con i dati del mercato trattori a novembre), mentre l’uso dei fertilizzanti è crollato a -30%, a causa dei rincari energetici che ne hanno fatto schizzare alle stelle il costo (facendolo raddoppiare).

Un calo negli acquisti del 14% si registra anche per le mietitrebbiatrici, mentre le trattrici con pianale di carico perdono il 21,5% e i rimorchi il 9,5% secondo Federunacoma. Una situazione che nel breve periodo potrebbe portare alla chiusura di un’azienda su dieci (il 13%, in base ai dati CREA, ovvero il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria).

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Coldiretti, in agricoltura il costo dei fertilizzanti ha raggiunto cifre insostenibili

In particolare, secondo la Coldiretti, l’urea è balzata a 1.100 euro a tonnellata contro i 540 euro a tonnellata dello scorso anno, secondo Cai – Consorzi Agrari d’Italia, mentre il perfosfato è passato da 185 agli attuali 470 euro/tonnellata e i concimi a contenuto di potassio sono schizzati da 455 a 1005 euro/tonnellata.

I prezzi dei fertilizzanti sono aumentati dopo le sanzioni contro le aziende bielorusse che producono potassio e l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia che ha gettato nel caos una grossa fetta delle forniture globali. Si stima che Russia e Bielorussia costituiscano circa il 40% della produzione globale di potassio mentre la Russia produce circa il 20% dell’azoto mondiale.

La produzione agricola e quella alimentare in Italia assorbono oltre l’11% dei consumi energetici industriali totali per circa 13,3 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti (Mtep) all’anno, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Enea. Mentre nel sistema agricolo i consumi arrivano a sfiorare i 4,7 Mtep, nel comparto alimentare il dato lievita ancora di più, arrivando a toccare gli 8,6 Mtep.

Il settore agricolo al giro di boa dei consumi energetici

Si tratta di una bolletta energetica pesante nonostante nel tempo si sia verificato un contenimento dei consumi energetici grazie alle nuove tecniche e all’impegno degli agricoltori per la maggiore sostenibilità delle produzioni anche con l’adozione di tecnologie 4.0 per ottimizzare l’impiego dei fattori della produzione. Senza dimenticare – continua la Coldiretti – che a migliorare il bilancio energetico della filiera ci sono gli investimenti nell’economia circolare con la produzione di bioenergie, dal fotovoltaico sui tetti di stalle e capannoni rurali fino alla valorizzazione dei reflui degli allevamenti con il biometano che va sostenuto adeguatamente.

“Un impegno che va sostenuto con interventi diretti equiparando le imprese dell’agroalimentare alle aziende energivore per tutte quelle misure che le riguarderanno in modo da garantire la produttività nelle nostre campagne ma anche per non far gravare gli aumenti dei costi sui consumatori”, ha concluso il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

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