Il mercato globale dell’Agricoltura 4.0 vale, nel 2018, 7 miliardi di dollari (il doppio rispetto al 2017), di cui il 30 per cento sono generati in Europa.  A svelare il dato è la ricerca dell’Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del politecnico di Milano e del Laboratorio Rise dell’Università degli Studi di Brescia.

Agricoltura 4.0

Il comparto primario spinge dunque sull’acceleratore della digitalizzazione a livello mondiale e l’Italia non è da meno con un valore compreso tra i 370 e i 430 milioni di euro (più 270 per cento rispetto al 2017) di cui l’80 per cento derivante dalle proposte di attori già affermati nel settore, come i costruttori di macchine agricole, e per il 20 per cento da protagonisti emergenti (soprattutto startup) che offrono sistemi digitali all’avanguardia e servizi di consulenza tecnologica. Numeri assai rilevanti se si considera che l’apporto italiano è pari al 18 per cento del valore europeo e al 5 per cento di quello globale.

Sono 110 le aziende del comparto rilevate dall’Osservatorio che offrono oltre 300 soluzioni in ambito Agricoltura 4.0 con ruoli differenti lungo la filiera. Il 49 per cento è rappresentato da imprese fornitrici di soluzioni avanzate come Internet of Thing (IoT), robotica e droni, il 22 per cento riguarda aziende che operano nell’analisi dei dati, il 16 per cento è relativo alle macchine e alle attrezzature agricole, il 7 per cento produce componentistica e strumenti elettronici, infine nel 3 per cento dei casi si tratta di aziende produttive in ambito agricolo.

Cresce il numero di aziende agricole italiane che usa sistemi di Agricoltura 4.0

Buona anche la risposta delle aziende agricole. Da un’indagine condotta dall’Osservatorio su 1.467 aziende agricole emerge come le imprese italiane utilizzino sempre più frequentemente soluzioni orientate all’Agricoltura 4.0. Ben il 55 per cento delle aziende interpellate dichiara di utilizzare macchinari o tecnologie avanzate per la pianificazione delle colture, la semina, la coltivazione, il raccolto, e fra questi il 45 per cento lo fa da più di cinque anni. Il 30 per cento degli imprenditori ha meno di 40 anni e un terzo è laureato, ma l’età e il titolo di studio non influiscono significativamente sull’adozione di soluzioni 4.0, al contrario, invece, della dimensione dei terreni. Sotto i 10 ettari solo il 25 per cento delle aziende adotta soluzioni 4.0, contro il 65 per cento di quelle sopra i 100 ettari.

Agricoltura 4.0

Di particolare interesse è la ricerca relativa alle stratup che propongono soluzioni digitali al servizio del settore agricolo e agrialimentare. L’eCommerce è il principale ambito di interesse per le startup con una prevalente offerta di soluzioni B2c per l’acquisito di prodotti agroalimentari, con modelli di business innovativi che puntano a far incontrare produttori agricoli e consumatori finali. Seguono le startup Food Delivery,  e le piattaforme mirate a favorire lo scambio di informazioni, prodotti e attrezzature agricole. Quasi un quarto delle startup, invece, opera nell’ambito Agricoltura 4.0, in cui emergono soprattutto le soluzioni digitali per il monitoraggio da remoto di terreni e coltivazioni, seguite da servizi di analisi e integrazione dei dati per supportare gli agricoltori nel processo decisionale e da strumenti di mappatura di terreni e coltivazioni.

In Italia l’iniziativa non manca, ma occorre raccogliere di più

In definitiva nel mondo le startup sono 500 per un totale di 2,9 miliardi di dollari di investimenti raccolti, ma la prima nazione in Europa per numero di iniziative è proprio l’Italia che però raccoglie appena 25,3 milioni di euro, pari all’uno per cento del finanziamento complessivo. Un dato quest’ultimo sicuramente migliorabile ma che non sminuisce il trend di assoluta crescita.

«L’innovazione digitale è una leva strategica per il settore agroalimentare italiano, in grado di garantire maggiore competitività a tutta la filiera, dalla produzione in campo alla distribuzione alimentare, passando per la trasformazione – spiega Filippo Renga, Direttore dell’Osservatorio Smart AgriFood – Il successo delle imprese agricole passa sempre di più dalla capacità di raccogliere e valorizzare la grande mole di dati che si genereranno, soprattutto per ottenere il controllo dei costi e l’aumento della qualità della produzione. Nel settore agroalimentare cominciano dunque a emergere le opportunità generate da una valorizzazione strategica dei dati, anche a livello di tracciabilità e blockchain. Va però evidenziato che tra gli attori del settore emerge ancora poca chiarezza su come sfruttare queste opportunità; un segnale che serve investire nella creazione di sane competenze, al di là delle mode».

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