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La Grecia è di nuovo nel caos, con barricate e blocchi che paralizzano autostrade, frontiere e valichi. Questa volta i veri protagonisti della turbolenza ellenica sono gli agricoltori, sul piede di guerra a causa delle riforme che da una parte mortificano le già striminzite pensioni e dall’altra intensificano trasversalmente la tassazione su tutto il settore primario. La protesta va avanti ad oltranza da oltre un mese, eppure nessuno ne parla.

Nei ripetuti incontri della scorsa settimana tra gli emissari del governo di Alexis Tsipras e i rappresentanti della categoria, non si è raggiunto alcun accordo. Come riferisce l’agenzia di stampa “Ana mpa”, entrambe le parti hanno affermato che i colloqui sono stati significativi, ma che manca un chiaro punto d’incontro. La maggioranza degli agricoltori è favorevole ad intensificare le azioni di protesta, non volendo retrocedere sulle richieste.

Al valico di frontiera greco-bulgara di Promachonas i trattoristi ellenici hanno annunciato che chiuderanno nuovamente la strada a tempo indeterminato, causando nuovi gravissimi disagi ai camion e alle auto su entrambi i sensi di marcia. Gli agricoltori prossimi al valico di frontiera di Exohi intendono fare lo stesso.

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È una strana mobilitazione quella di queste settimane, in cui si ritrovano gli attivisti del partito neonazista Alba dorata, molto forti nelle zone rurali, e i comunisti che hanno salde radici in Tessaglia, nel nord della Grecia, piccole imprese di professionisti, ma anche sindacati del settore privato. Il nemico è ancora l’austerity imposta dai creditori ma quel che si vuole scongiurare non sono, stavolta, i tagli, che Tsipras vuole evitare. La battaglia è contro le tasse, dirette e indirette, che i Greci hanno finora pagato in misura molto minore rispetto agli altri paesi europei. Quel che contestano è soprattutto la velocità del cambiamento, che sta raddoppiando o triplicando i prelievi fiscali e contributivi, colpendo allo stesso modo gli studi professionali e i contadini.

Dentro questo disagio c’è anche la profonda trasformazione che la Grecia ha subito negli anni della crisi. Le metropoli si sono svuotate a favore della campagna, moltissimi pensionati e disoccupati hanno lasciato Atene e Tessalonica per tornare ai villaggi di origine delle famiglie dove vivere costa meno.

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