SDF e AGCO, unione d’intenti per la produzione di trattori. L’intervista a Alessandro Maritano
Chief Commercial Officer di SDF, Maritano ci ha raccontato nei dettagli l’accordo con Agco per la fornitura di trattori da 35 a 85 cavalli a marchio Massey Ferguson per i mercati ‘global’. Una partnership ‘win win’ che prevede per ora tra i 5 e i 6 mila trattori all’anno
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Ci può raccontare i contorni dell’accordo tra Agco e Sdf?
“L’accordo nasce essenzialmente dalla necessità di Agco di trovare un partner che sostituisca l’attuale fornitore nella realizzazione di trattori a marchio Massey Ferguson per i mercati ‘global’. Stiamo parlando di modelli da 35 a 85 cavalli, sostanzialmente senza cabina fatta eccezione per una versione da 75 cavalli. I nostri stabilimenti interessati alla fornitura sono quello indiano di Ranipet e quello turco di Bandirma e i mercati coinvolti nell’accordo sono la Turchia, che è l’unico mercato che richiede mezzi Stage V, gli Stati Uniti, l’America Latina, l’Africa e alcune aree di Asia e Oceania. La partnership, ed è bene ribadirlo, esula dunque da forniture di trattori per l’Europa. I primi due tipi di prodotto saranno consegnati dal prossimo autunno, un’altra fase con ulteriori modelli partirà dal 2026. Per le gamme prescelte i motori saranno principalmente SDF, con i FarMotion a 3 cilindri e le versioni non emissionate a 3 e 4 cilindri”.
Che differenze ci saranno tra i prodotti Deutz-Fahr e quelli Massey Ferguson?
“Cambierà ovviamente il look dei cofani che seguirà il family feeling dei brand, ma la driveline sarà essenzialmente la stessa. Ci potranno essere specifiche differenti a livello di allestimento, questo perché la richiesta di Agco tende a un posizionamento spiccatamente entry level specie per quanto riguarda la trasmissione. Nel dettaglio il cambio attualmente più richiesto per gli MF made in SDF è l’8+2, mentre i nostri trattori su quei mercati sono generalmente venduti coi gruppi meccanici 8+8 e 15+15″.
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Quanti trattori realizzerete con marchio Massey Ferguson?
“Ovviamente occorre tener conto della volatilità dei mercati ma i volumi annuali in questa fase si aggireranno fra i 5 e i 6 mila trattori, che sono poi i numeri che riguardavano il precedente accordo”.
I vostri stabilimenti sono in grado di supportare questa extra produzione?
“In India non sussiste alcun tipo di problema. Il sito produttivo è in grado di ‘sfornare’ fino a 20 mila macchine all’anno. Un po’ diverso il discorso per lo stabilimento turco che negli ultimi anni ha registrato una forte crescita produttiva arrivando a essere il primo del gruppo per trattori realizzati, superando anche Treviglio. Già quest’anno arriverà a realizzare 14 mila trattori, molto vicino dunque alla sua capacità massima. Ovviamente questa commessa non fa che accelerare delle valutazioni che per forza di cose avevamo già intrapreso nell’ottica di un ulteriore sviluppo di quei mercati. La Turchia da sola vale la metà del mercato europeo, imprescindibile dunque per la nostra azienda consolidare la presenza ed essere pronti ad ulteriori accelerazioni”.
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“Non dimentichiamo che sempre a Bandirma lo scorso anno è stato inaugurato un nuovo stabilimento di 10.000 metri quadrati per la produzione di motori FarMotion a 3, 4 cilindri con la prospettiva di implementare la linea a sei cilindri. Da quando è iniziata l’avventura turca nel 2013, SDF ha investito oltre 100 milioni di euro tra infrastrutture produttive, impianti, macchinari e capitale circolante. Grazie a questo impegno costante la produzione del sito è passata da 1.000 a circa 14.000 trattori in soli dieci anni”.
Come si ripercuote l’accordo sulle reti commerciali?
“Non si ripercuote. Le reti commerciali dei due gruppi restano assolutamente separate e indipendenti e siamo noi i primi a non volere alcun tipo di migrazione verso l’una o l’altra parte. L’unica area tra quelle che interessano l’accordo che richiede una gestione più attenta è ancora una volta quella turca dove entrambi i brand sono molti forti con questo tipo di prodotto”.
Sono auspicabili eventuali allargamenti dell’accordo ad altri prodotti?
“Per quanto riguarda eventuali ulteriori sviluppi della partnership non ci sono attualmente elementi che consentano di disegnare scenari futuri. L’input sia per noi che per Massey Ferguson è quello di adoperarci perché quest’accordo funzioni e le basi ci sono tutte. Per SDF è sicuramente motivo di orgoglio essere stati scelti da un player come Agco, un riconoscimento che ci consente per certi versi di raccogliere quello che abbiamo seminato negli ultimi dieci anni investendo nel footprint di produzione, nello sviluppo della supply chain e nella verticalizzazione di alcuni componenti chiave. Il fatto che tutto questo oltre che far crescere la nostra realtà possa essere anche messo a diposizione di altre aziende è senza dubbio un’ottima opportunità”.
“Credo che in tal senso la copertura geografica dell’accordo, i raggi d’azione differenti dei due brand e i mercati di riferimento molto ampi e ricchi di prospettive consentano un rapporto ‘win win’ tra gli attori. Dal lato Agco c’è la possibilità di sfruttare una gamma entry level affidabile con un’ottima reputazione senza dover affrontare investimenti produttivi, dal lato SDF l’aumento di produzione consente invece di migliorare l’economia di scala massimizzando investimenti già fatti e velocizzando gli ammortamenti”.