Acquisto di nuovi trattori. Ecco gli incentivi nella Legge di Bilancio
Svecchiamento del parco macchine. Qualcosa sembra muoversi dopo la decisione del Governo di inserire nella Legge di Bilancio 2020 la norma che estende al settore agricolo gli incentivi fiscali per l’acquisto di beni strumentali materiali ed immateriali, come già previsto dal piano nazionale Industria 4.0, ai quali si aggiunge un fondo per l’innovazione di 5 milioni di euro. A spingere […]
Svecchiamento del parco macchine. Qualcosa sembra muoversi dopo la decisione del Governo di inserire nella Legge di Bilancio 2020 la norma che estende al settore agricolo gli incentivi fiscali per l’acquisto di beni strumentali materiali ed immateriali, come già previsto dal piano nazionale Industria 4.0, ai quali si aggiunge un fondo per l’innovazione di 5 milioni di euro. A spingere fortemente in tale direzione è stata la Cia (Confederezione italiana agricoltori), che ha sempre rivendicato la necessità di estendere anche al settore agricolo gli incentivi Industria 4.0, misura strategica per la politica imprenditoriale del Paese.
Riguardo ai crediti d’imposta per gli agricoltori va precisato che potranno essere utilizzati in compensazione tramite modello F24, a prescindere dal regime fiscale applicato per la determinazione del reddito d’impresa. Gli imprenditori agricoli avranno a disposizione i nuovi iper e super bonus per compensare Iva, tributi locali e carico contributivo, oltre che le imposte dirette.
Come funzionano gli sgravi fiscali
I nuovi crediti d’imposta per il 2020, che sostituiranno l’iper ammortamento e il super ammortamento, prevedono i seguenti sgravi fiscali: per l’acquisto di trattori e macchine agricole è previsto un credito d’imposta del 6 per cento del costo ammissibile dell’investimento per un massimo di 2 milioni di euro; per investimenti in servizi software e digitali è previsto un credito del 15 per cento del costo dell’investimento per un massimo di 15.000 euro; per lo sviluppo di sistemi di precision farming e l’impiego di tecnologie satellitari il credito d’imposta è del 40 per cento del costo dell’investimento fino a 2,5 milioni di euro e del 20 per cento per la parte restante, fino a un massimo di dieci milioni di euro.
Alla voce ‘green mobility’ è previsto un fondo da 5 milioni di euro destinato agli investimenti innovativi delle imprese agricole in beni strumentali e potranno beneficiarne sia le imprese tassate a reddito agrario sia le attività che investono in software 4.0. Poi, un altro fondo da un milione di euro sarà utilizzato per incentivare le imprese agricole a dotarsi di sistemi di gestione avanzata, processi produttivi innovativi, blockchain per la tracciabilità dei prodotti. Questo fondo finanzierà contributi a fondo perduto fino al 35 per cento della spesa ammissibile e mutui agevolati di importo non superiore al 60 per cento.
Contoterzisti controcorrente
In un clima di generale euforia, trainato ovviamente da Cia, promotrice dell’accordo, si registra la voce fuori dal coro della Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani (Cai).
“L’agricoltura 4.0, la sostenibilità ambientale, l’agricoltura di precisione non avranno incrementi significativi in Italia con gli incentivi alla rottamazione o con politiche legate all’iper-ammortamento o al super-ammortamento. Si potrà forse favorire l’acquisto di qualche centinaia di trattori, ma se si vuole accompagnare il Paese verso la competitività delle filiere e la crescita delle imprese agricole, uno specifico aiuto dovrà essere riconosciuto alle imprese agromeccaniche, che oggi operano al servizio a vario titolo di quasi un’azienda agricola su due”.
L’ipotesi di concedere il credito di imposta alle imprese agricole, senza prevedere incentivi specifici e misure ad hoc per le imprese agromeccaniche, è per la Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani “l’ennesimo abbaglio che non comporta alcun miglioramento né in termini di sostenibilità ambientale né di sicurezza sul lavoro, né tanto meno di competitività del sistema. Serve coraggio per restare agganciati ai paesi che crescono di più; scelte di comodo sono miopi e contro produttive per le filiere agricole e alimentari”.