Nonostante gli acquazzoni di fine estate che già hanno colpito la regione (e che torneranno nei prossimi giorni con le nuove perturbazioni), l’Abruzzo nel corso del 2024 ha subito gli effetti della grave siccità che si è abbattuta su tutto il Sud Italia, acuita dalle temperature elevate degli scorsi mesi. A farne le spese, purtroppo, anche il settore agricolo locale, che ha visto crollare le rese, in alcuni casi di circa il 50%, con conseguenze negative non solo per gli agricoltori, ma per l’intera filiera agroalimentare.

Una situazione complessa e, a tratti, paradossale se si considera invece l’abbondanza di precipitazioni, talora con fenomeni estremi e distruttivi, che ha invece interessato il Nord Italia nel 2024. Gli effetti sull’agricoltura abruzzese, tuttavia, sono stati talmente gravi da spingere la divisione regionale di Cia-Agricoltori Italiani ha chiedere alla Regione di dichiarare lo stato di calamità naturale a causa della grave siccità che ha colpito il territorio.

Siccità in Abruzzo, l’appello di Cia alla Regione

L’appello è stato inoltrato ufficialmente al presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, al presidente del Consiglio Regionale, Lorenzo Sospiri, e all’assessore all’Agricoltura, Emanuele Imprudente. La siccità prolungata, unita a temperature eccezionalmente elevate, ha avuto effetti devastanti sulle colture agricole.

I settori più colpiti comprendono cereali, ortaggi, frutteti, vigneti e uliveti, con una significativa perdita di reddito per molte aziende e un rischio crescente di desertificazione in alcune aree della regione. Oltre alla perdita delle colture, gli agricoltori hanno affrontato un forte aumento dei costi di produzione con un ulteriore aggravio economico. La situazione ha anche compromesso la biodiversità del territorio, mettendo in pericolo numerose specie vegetali e animali.

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“La siccità del 2024 è una delle peggiori degli ultimi decenni e ha colpito duramente le nostre aziende agricole, mettendo a rischio la sostenibilità economica e ambientale dell’intero comparto”, ha dichiarato il presidente Cia regionale, Nicola Sichetti. “Chiediamo alla Regione e al Governo di intervenire immediatamente, non solo con aiuti straordinari, ma anche con piani a lungo termine per fronteggiare queste emergenze climatiche sempre più frequenti. L’agricoltura abruzzese ha bisogno di soluzioni concrete per garantire il suo futuro”.

Le richieste della Confederazione sono la dichiarazione dello stato di calamità naturale da parte del Governo, misure di sostegno per le aziende agricole danneggiate, quali indennizzi, moratorie sui mutui e accesso a credito agevolato, progetti strutturali per una gestione sostenibile delle risorse idriche, come la realizzazione di nuovi invasi e sistemi di irrigazione efficienti e sostegno alla ricerca di colture resistenti alla siccità e pratiche agricole innovative.

“Se non si interviene con urgenza, molte aziende agricole saranno costrette a chiudere, con conseguenze disastrose per l’intera comunità”, ha concluso Sichetti. “È necessario che le istituzioni e gli enti preposti ascoltino le nostre richieste e agiscano prontamente per trovare una soluzione che permetta di salvaguardare il futuro dell’agricoltura nella nostra regione”.

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